John Dayal: Lottiamo affinché religione e politica non si mescolino
In occasione delle elezioni generali, il Consiglio dei laici della Conferenza episcopale indiana organizza incontri su tutto il territorio. Vuole rendere più partecipe le comunità locali sulle questioni della libertà di culto in India. A marzo presenterà un rapporto ai vescovi. John Dayal: “Un contesto velenoso di nazionalismo regionale mina le radici laiche della nostra repubblica”.
New Delhi (AsiaNews) – “Noi cattolici continuiamo a lottare affinché religione e politica non si mescolino”. Lo afferma ad AsiaNews John Dayal, segretario generale dell’All India Christian Council, intervenendo nel dibattito sulle elezioni generali che si svolgono a maggio. Egli ribadisce che “l’India è una democrazia laica. Le imminenti elezioni rappresentano una seria minaccia perché i partiti politici della maggioranza stanno creando un contesto velenoso di nazionalismo regionale che mina le radici laiche della nostra repubblica”.
L’opinione del leader cattolico giunge mentre il Consiglio dei laici della Conferenza episcopale indiana (Cbci) lancia una serie di conferenze per delineare una linea politica della Chiesa. Il prodotto di queste conferenze, che si tengono su tutto il territorio, sarà un rapporto che verrà presentato ai vescovi il 10 marzo. In seguito, spetterà alle gerarchie ecclesiastiche formulare una posizione ufficiale e, eventualmente, suggerimenti per lo sviluppo del Paese e la libertà di culto.
Ad ogni modo, John Dayal spiega: “La politica non fa parte della Chiesa. La Chiesa cattolica rimane una guida spirituale e morale. Essa può commentare, dare consigli, persuadere, non ordinare. Piuttosto sono i leader laici, e non la Conferenza episcopale, ad avere un ruolo diretto nell’arena civile e politica. Da parte loro, da almeno 25 anni i vescovi cattolici dell’India incoraggiano o suggeriscono alla comunità cristiana di votare in modo attento, usare saggezza nello scegliere i funzionari pubblici impegnati nella democrazia, nel sostegno alla non violenza e alla società pluralista qual è l’India, con le sue molteplici religioni e culture”.
Il Consiglio dei laici è uno degli organi consultivi della Chiesa indiana. La sua iniziativa risponde alla volontà di rendere più partecipe la minoranza cristiana sulle questioni che riguardano la libertà religiosa in India. Di recente, proprio in vista delle elezioni, si sono intensificati gli attacchi dei radicali indù contro fedeli e pastori, spesso accusati di conversioni forzate di tribali e dalit, contro le scuole gestite dalla Chiesa e il blocco di fondi dall’estero a Ong cristiane che operano sul territorio indiano. Tra i fedeli è comune il timore di attacchi settari e di rimanere vittime di violenze gratuite e indiscriminate.
Tra le tematiche discusse, sono da segnalare: le violazioni dei diritti costituzionali della minoranza; la privazione di sussidi lavorativi e nel campo dell’istruzione (come le quote riservate alle caste svantaggiate), utili a favorire l’inclusione dei cristiani nella società e il miglioramento delle condizioni si vita.
Il Consiglio dei laici, evidenzia Dayal, “rimane un’agenzia motivazionale. Spero che in futuro avrà le risorse necessarie per formare, educare [persone] e comunicare anche a livello politico. Questo rimane l’obiettivo di lungo periodo non solo della commissione per i laici, ma anche della All India Catholic Union che ho presieduto dal 2004 al 2008”. Pertanto “i vescovi dovrebbero coinvolgere in misura maggiore le unioni cattoliche e le associazioni a livello parrocchiale. La Cbci dovrebbe creare un ufficio o think tank di ricerca su politica, società e economia”.
03/03/2016 12:02
06/04/2018 08:57