Jiangsu, maxi-multa per sei aziende: hanno scaricato in acqua 25mila tonnellate di agenti chimici
Pechino (AsiaNews) - L'Alta corte della provincia orientale del Jiangsu ha comminato una multa da 160 milioni di yuan (circa 20 milioni di euro) a sei industrie della zona, ritenute colpevoli di inquinamento ambientale. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua, che ha riportato la notizia, la multa è la più alta mai ordinata da un giudice. La sentenza inoltre sarebbe nata da una causa intentata per "pubblico interesse" contro gli agenti inquinatori.
I giudici hanno accertato che le sei compagnie hanno gettato nel solo agosto 2014 circa 25mila tonnellate di rifiuti chimici in due fiumi di Taizhou. Proprio la Corte intermedia di questa città aveva aperto un'inchiesta e condannato 14 persone coinvolte nello scarico illegale. Tuttavia, i dirigenti della compagnia si erano appellati e il caso era stato spostato appunto all'Alta corte. Questa ha rigettato l'appello e ha ordinato di pagare la multa - a un Fondo nazionale per la protezione ambientale - entro 30 giorni dalla sentenza.
Il rapido sviluppo economico e la mancanza di leggi a tutela dell'ambiente hanno spinto la Cina verso un disastro ecologico. La comunità internazionale spinge sempre di più nei confronti di Pechino perché attui nuove politiche "verdi", e si moltiplicano le proteste popolari contro l'apertura di nuove fabbriche e l'espropriazione e distruzione dei terreni agricoli che comportano. Secondo dati del governo, il 70% dei laghi e dei fiumi cinesi sono inquinati.
Il Chinese Human Rights Defender sottolinea come queste storture derivino anche dalla mancanza di un vero e proprio stato di diritto: "Chi cerca giustizia per casi legati allo sviluppo economico ha due opzioni, appellarsi alle autorità o andare in tribunale. Entrambe sono chiaramente strade inefficaci".