Jiang Tianyong, avvocato cristiano, arrestato dalla polizia. Ha diffuso "segreti di Stato"
Dopo oltre tre settimane di silenzio dalla sua scomparsa, le autorità cinesi hanno confermato il fermo dell’attivista. I familiari non hanno potuto incontrare l’uomo e non hanno ricevuto notifiche ufficiali dell’arresto. Già in passato egli era stato fermato e malmenato dalla polizia. Attivisti pro diritti umani: gesto di vendetta e di punizione per le attività di Jiang.
Pechino (AsiaNews/Chrd) - Dopo 25 giorni di silenzio assoluto sulla sorte dell’avvocato per i diritti umani Jiang Tianyong, le autorità cinesi hanno infine confermato che egli si trova sotto custodia della polizia con “misure coercitive per un atto criminale”. Secondo un rapporto diffuso dai media di Stato cinesi, i funzionari della pubblica sicurezza hanno prelevato e messo sotto custodia Jiang il 21 novembre scorso e gli hanno comminato nove giorni di fermo amministrativo per “uso fraudolento dell’identità di un’altra persona”.
Il primo dicembre scatta il provvedimento di coercizione per “possesso illegale di documenti classificati come segreto di Stato” (articolo 282 del Codice penale) e per “diffusione illegale di segreto di Stato a [fonti] estere” (articolo 111) e altri “reati generici”. Jiang rischia l’ergastolo se riconosciuto colpevole in base all’articolo 111 e secondo le autorità la vicenda è “di particolare gravità”.
Gli attivisti del Chinese Human Rights Defenders (Chrd) hanno chiesto al governo cinese il rilascio immediato di Jiang Tianyong, affermando che la sua detenzione è arbitraria in base agli standard legali internazionali e le disposizioni interne della Cina in materia di legge. Di seguito alcuni elementi forniti dalla moglie di Jiang in una dichiarazione diffusa in questi giorni:
- Jiang è scomparso il 21 novembre scorso. I suoi parenti e avvocati si sono rivolti alle autorità per denunciarne la sparizione; tuttavia, la polizia ha bloccato sin dall’inizio i loro sforzi per trovarlo e si sono rifiutati di aprire un fascicolo per persona scomparsa. Dal momento della sua sparizione, la famiglia di Jiang non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale in merito a un suo arresto da parte delle autorità, a differenza di quanto affermato da parte dei media di Stato cinesi secondo i quali sarebbero state inviate due comunicazioni ufficiali. Inoltre, la polizia ha perquisito la residenza di Jiang quando nessuno dei familiari erano presenti all’interno.
- I rapporti ufficiali non hanno menzionato la località in cui è custodito Jiang, nè i [nomi dei] funzionari di polizia che stanno gestendo la vicenda, né alcun contatto cui rivolgersi affinché gli avvocati possano organizzare un colloquio in carcere con il proprio assistito. In base alle leggi cinesi la polizia ha 24 ore di tempo per notificare alla famiglia il provvedimento di arresto nei confronti di un loro congiunto.
- La scomparsa e ora la detenzione penale di Jiang sono un chiaro gesto di vendetta e di punizione per le attività di Jiang in tema di diritti umani e di espressione di libera associazione, per le sue attività a difesa dei diritti umani e la sua opera di avvocato a difesa dei diritti dei propri assistiti. Jiang ha subito per anni vessazioni e persecuzioni da parte del governo cinese (vedi qui sotto per ulteriori informazioni).
- Jiang con tutta probabilità ha subito torture per estorcergli con la forza confessioni durante gli interrogatori subiti dalla polizia nei 25 giorni di detenzione segreta. La moglie di Jiang è convinta che il marito “non ha confessato alcun crimine” e che è stato oggetto “di feroci torture per estorcergli la confessione” riportata a gran voce dai media di Stato.
Jiang Tianyong, 46 anni, è una delle figure di primo piano del China Human Rights Lawyers Group e un grande sostenitore dei diritti dei detenuti della rivolta chiamata “709 Crackdown” perché gli arresti sono cominciati il 9 luglio dello scorso anno. Egli è scomparso nella notte del 21 novembre, mentre stava per salire a bordo di un treno diretto a Pechino da Changsha, nella provincia dell’Hunan. Jiang era andato a Changsha per incontrare Chen Guiqiu, la moglie dell’avvocato pro diritti umani Xie Yang, e gli avvocati del suo team di difesa. Essi hanno cercato [invano] di visitare Xia Yang nel carcere di Changsha.
Il 23 novembre uno dei familiari di Jiang ha denunciato la sua scomparsa alla sezione di Tongbolu del Dipartimento della pubblica sicurezza di Zhengzhou, nell’Henan. Sebbene Jiang sia inserito negli uffici dell’anagrafe di Zhengzhou, le autorità si sono rifiutate di aprire un’inchiesta sulla vicenda, opponendo presunti “vincoli legali” che impedivano loro di intervenire sul caso. Secondo gli ufficiali infatti egli era in viaggio verso Pechino al momento della scomparsa, facendo cadere in questo modo il legame con la giurisdizione territoriale.
Le polizie di Pechino e Changsha hanno respinto le richieste provenienti da familiari e sostenitori di diffondere i video di sorveglianza della Changsha South Train Station e del treno che avrebbe dovuto prendere Jiang. Il 6 dicembre tre esperti delle Nazioni Unite hanno chiesto alla Cina di indagare sulla scomparsa di Jiang e hanno manifestato grandi preoccupazioni che la sparizione sia in realtà una vendetta per la collaborazione di Jiang con un rappresentante speciale delle Nazioni Unite che ad agosto ha visitato la Cina.
Jiang ha difeso o collaborato alla difesa di molti attivisti cinesi di primo piano, fra cui gli avvocati pro diritti umani Gao Zhisheng e l'attivista cieco Chen Guangcheng. Nel 2009 i funzionari della magistratura hanno impedito a Jiang l’esercizio delle sue funzioni a causa del suo impegno in queste vicende giudiziarie. Da allora, Jiang ha avuto un ruolo attivo nella promozione delle attività degli avvocati cinesi pro diritti umani, fornendo pareri legali alle vittime di abusi e criticato le autorità per le violazioni in materia di diritti umani.
Le autorità hanno torturato, fatto scomparire e arrestato in modo arbitrario Jiang in diverse occasioni. La polizia ha arrestato Jiang nel marzo 2014 dopo che lui e altri tre avvocati hanno indagato su una “prigione nera” nella città di Jiansanjiang, nell’ Heilongjiang, dove sarebbero stati rinchiusi fedeli della Falun Gong; Jiang è stato oggetto di percosse e violenze sotto la custodia della polizia e ha subito la frattura di otto costole.
Nel maggio 2012, la polizia ha sequestrato Jiang mentre stava andando a trovare Chen Guangcheng in un ospedale a Pechino, lo hanno trattenuto per nove ore e lo hanno picchiato in modo così brutale da soffrire la perdita dell’udito. Inoltre, la polizia lo ha sequestrato per circa due mesi nella primavera del 2011 perché avrebbe rilanciato in rete appelli a dimostrazioni di piazza sulla scia delle varie “Primavere arabe” che si stavano diffondendo in Medio oriente e in Nord Africa.