Jakarta: permessi di estrazione mineraria alle organizzazioni religiose, il 'no' della Chiesa
Il cardinale Suharyo ha espresso la propria opposizione e anche gli ambientalisti hanno criticato la decisione del presidente indonesiano Joko Widodo, che qualche giorno fa ha firmato un decreto legge. La più grande organizzazione islamica del Paese, invece, la Nahdlatul Ulama si è dichiarata a favore.
Jakarta (AsiaNews) - La Chiesa cattolica dell’Indonesia ha respinto il progetto del presidente Joko Widodo di permettere alle organizzazioni religiose di gestire i giacimenti minerari le cui concessioni sono state ritirate alle aziende. La settimana scorsa Jokowi - come è conosciuto il presidente in patria - ha firmato un decreto per ufficializzare la proposta, come gesto di apprezzamento per il contributo dato dai gruppi religiosi alla lotta per l'indipendenza dell'Indonesia, ha detto il ministro degli Investimenti Bahlil Lahadalia.
Nel 2022 il presidente, il cui mandato terminerà a ottobre, aveva annunciato che avrebbe revocato una serie di permessi minerari perché le concessioni si stavano sviluppando troppo lentamente. Bahlil ha affermato che alle organizzazioni religiose è data la possibilità di subentrare nelle concessioni per migliorare il benessere della comunità.
Ma le organizzazioni religiose non hanno le capacità di esplorazione e sfruttamento e nemmeno i fondi per proporre investimenti minerari.
Le critiche sono arrivate da parte della Chiesa e da diversi gruppi della società, tra cui gli ambientalisti. “Non so come o chi altri risponderanno a questa questione presentata dal presidente”, ha detto ieri il cardinale Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, arcivescovo di Jakarta. “Ma la Conferenza episcopale dell’Indonesia e la Chiesa cattolica indonesiana non accetteranno mai l’offerta di gestire progetti minerari perché non è dominio della Chiesa”.
“Il nostro lavoro pastorale in ogni arcidiocesi e all’interno della Conferenza episcopale è sempre stato molto chiaro. E non c’è mai stato il coinvolgimento nei progetti minerari”, ha aggiunto il porporato rivolgendosi ai media mentre usciva dalla sede di Jakarta del ministero per gli Affari religiosi.
Anche l’Associazione studentesca dell'Università Cattolica di Semarang (PMKRI) ha rilasciato una dichiarazione con cui respinge la proposta di Jokowi.
La Nahdlatul Ulama, la più grande organizzazione musulmana dell’Indonesia, ha invece commentato dicendo che la modifica della legge incoraggerebbe i gruppi religiosi a essere maggiormente coinvolti nella sfera pubblica. "Questa legge è un coraggioso passo o avanti per espandere l'uso delle risorse naturali controllate dallo Stato a beneficio diretto della popolazione", ha detto lunedì in una dichiarazione Yahya Cholil Staquf, presidente generale della NU.
In base al testo approvato da Jokowi, tra il 2024 e il 2029 il governo centrale rilascerà i permessi (chiamati chiamato IUPK), in particolare per l’estrazione di carbone, alle entità commerciali delle organizzazioni religiose. “Si tratta di due cose ben diverse”, ha affermato Jokowi. “Lo IUPK sarà concesso non alle organizzazioni basate sulla religione, ma alle loro entità commerciali”.
La gestione fallimentare dei progetti di estrazione mineraria ha generato parecchi problemi in Indonesia. Gli ambientalisti sostengono che i pozzi inquinano l’ambiente provocando problemi di salute. Spesso si sono verificati conflitti con le grandi compagnie che si sono appropriate di terreni appartenenti alle popolazioni locali. E alcuni bambini sono morti dopo essere caduti in pozzi minerari abbandonati.
Il vicepresidente della NU, Ahmad Suaedy ha riconosciuto le critiche degli attivisti preoccupati per l'inesperienza della NU nel settore minerario, ma ha affermato che "le irregolarità possono essere commesse da chiunque".