Jakarta: non blocca la diffusione in rete di un video pro-Isis, ministro nella bufera
Jakarta (AsiaNews) - In Indonesia è bufera politica sul ministro delle Comunicazioni e dell'Informazione Tifatul Sembiring, inerte di fronte alla richiesta di bloccare un video a sostegno dello Stato Islamico (ex Isis, Stato islamico dell'Iraq e del Levante) che da settimane circola in rete. Dopo la levata di scudi di gruppi musulmani moderati e di membri della società civile, nelle ultime ore sono intervenuti con note ufficiali anche funzionari di governo, alti ufficiali militari e persino il presidente (uscente) Susilo Bambang Yudhoyono. La grande maggioranza dei cittadini è indignata per il mancato intervento del ministro, in passato promotore di una vera e propria "guerra santa" contro la pornografia in internet. È opinione diffusa che la mancanza di operatività e la riluttanza ad agire sia legata a un sostegno - nemmeno troppo velato - del titolare del dicastero nei riguardi delle milizie estremiste sunnite.
Nelle immagini diffuse su YouTube un guerrigliero islamico indonesiano (che si fa chiamare Abu Muhammad al-Indonesi) invita "i fratelli e le sorelle musulmane del Paese" a unirsi all'Isis per creare un Califfato islamico in Medio Oriente. Il passo successivo, spiega parlando in lingua indonesiana, "sarà quello di avere un Califfato anche qui da noi". Il video è fonte di grande preoccupazione nella nazione asiatica; secondo le ultime informazioni pare che l'autore sia un terrorista locale, da tempo ricercato per atti di violenza a Poso (area teatro di scontri settari e attacchi mirati ai cristiani, fra cui l'uccisione barbara di tre studentesse nell'ottobre 2005).
Il ministro Tifatul Sembiring è un politico di lungo corso ed ex presidente del partito filo-islamista Prosperous Justice Party (Pks), noto per le sue politiche "inconsistenti" e "contraddittorie" in materia di morale e costume pubblico. Difatti, pur affermando i valori dell'onestà e del buon governo, i suoi membri (fra cui lo stesso capo Lufti Hassan) si sono macchiati di corruzione e malaffare. E a fronte di una guerra totale contro la pornografia e un abbigliamento poco consono alla cosiddetta morale musulmana, si assiste in parallelo a una totale inerzia nella lotta al terrorismo internazionale di matrice islamica.
La scorsa notte è intervenuto in prima persona Susilo Bambang Yudhoyono il quale, nel corso di una riunione dell'esecutivo, ha criticato in modo aperto Sembiring che in due settimane non ha fatto nulla per fermare la diffusione in rete del video. Nei giorni scorsi il portavoce del ministro aveva dichiarato che, per bloccare le immagini, era necessaria una protesta pubblica e la richiesta di intervento da parte di magistratura e polizia. Ecco perché ieri il responsabile della sicurezza Djoio Suyanto e il ministro della Giustizia Amir Syamsuddin sono intervenuti, con la "richiesta ufficiale" di mettere al bando il video pro-Isis.
Una posizione rilanciata dallo stesso presidente, il quale ha ordinato al titolare del dicastero delle Comunicazioni e dell'Informazione di dar seguito alle indicazioni fornite da governo e magistratura sulla questione. Un intervento reso necessario dal fatto che un numero crescente di estremisti indonesiani - in maggioranza tra i 20 e i 30 anni, originari di Solo (Java centrale), oltre che da varie zone di East Java, West Nusa Tenggara, Bengkulu e Lampung - sembra disposto a lasciare il Paese per unirsi al jihad in Medio oriente. Partono con un visto per studenti o per motivi umanitari, spiega il generale Sutarman, capo della polizia, e in caso di rientro in patria "potrebbero dar vita a nuove cellule terroristiche".