Jakarta: dichiarazione di Abu Dhabi ispira dialogo interreligioso
Nove leader religiosi si sono riuniti in un ateneo cattolico della capitale. Presente il card. Ignatius Suharyo. Il documento finale è stato consegnato al ministero per gli Affari religiosi.
Jakarta (AsiaNews) - Cattolica, protestante, indù, buddhista, confuciana e musulmana: erano queste le confessioni religiose dei nove leader religiosi accolti ieri dall’Università cattolica Atma Jaya per un incontro sul dialogo interreligioso ispirato al Documento sulla fratellanza umana firmato ad Abu Dhabi nel 2019 da papa Francesco e dal Grande Imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyib.
Il card. Ignatius Suharyo e il nuovo presidente della Conferenza episcopale indonesiana, mons. Antonius Subianto Bunjamin, hanno partecipato all’evento insieme al rettore.
“Come attuare lo spirito del Documento sulla fratellanza umana” nel contesto religioso indonesiano è stato il tema principale dell’incontro. Nel documento finale, intitolato “Dichiarazione di Atma Jaya”, i vari leader comunitari affermano che tutti i problemi della società indonesiana dovrebbero essere affrontati con “la pace e il dialogo”, a differenza dell’approccio di “sicurezza” adottato dai funzionari governativi e dalle Forze dell'ordine. Il documento finale è stato consegnato a un rappresentante del ministero indonesiano per gli Affari religiosi.
“L’evento di oggi è solo l’inizio”, ha commentato il card. Suharyo durante l’intervento iniziale. “Questo approccio di pace e dialogo è il nostro obiettivo comune per affrontare i problemi dell'umanità”. Ma affinché ciò sia possibile è necessario basarsi su due pilastri “fondamentali”, ha aggiunto il porporato, che è anche presidente della Fondazione Atma Jaya. Servono “la giustizia sociale e un'educazione qualificata”, valori a loro volta necessari a “sostenere coloro che hanno a cuore la fratellanza sociale, il rispetto del pluralismo, l'inclusione, l'equità, la democrazia e la civiltà”.
Mons. Bunjamin ha fatto eco alla dichiarazione del cardinale, affermando che "tutte le persone buone devono cercare la pace senza fare preferenze".Il pastore Gomar Gultom, leader del Sinodo delle Chiese protestanti indonesiane, ha convenuto che la dichiarazione di Abu Dhabi ha risollevato spiritualmente il morale di tutte le comunità religiose.
Presente all’evento anche la più grande organizzazione musulmana indonesiana, Nahdlatul Ulama, che ha ribadito il messaggio, affermando che "l'islam è davvero una religione d'amore". Secondo il capo dell'organizzazione, Kiai Hajj Abu Yazid Al-Busthami, ogni differenza non deve diventare una "questione", ma anche le cose comuni non devono diventare un problema: “Abbiamo tutti un obiettivo comune: promuovere la pace e l'armonia nella società", ha sottolineato. "Una cosa è certa: una sola umanità, una sola responsabilità", ha aggiunto lo studioso Abdul Mu'ti, membro di Muhammadiyah, un’organizzazione islamica non governativa.
Il presidente di Matakin, il Consiglio supremo per la religione confuciana, Budi Tanuwibowo, ha sottolineato che “la nostra vera missione è portare la pace a tutti i popoli”, mentre il presidente della Parisada Hindu Dharma Indonesia, Wisnu Bawa Tenaya, ha commentato dicendo che "l’intera società indonesiana pluralista è chiamata a mantenere l’armonia sociale".
Interpellato da AsiaNews, Paulus Tasik Galle, dell'Ufficio per l'armonia sociale interreligiosa presso il ministero per gli Affari religiosi, ha salutato con favore l’iniziativa promossa dall'Università Cattolica di Atma Jaya. "L’evento servirà a rafforzare le radici della moderazione nell'insegnamento della religione”, ha affermato l'accademico laureato in Germania. "Il Documento di Abu Dhabi è un messaggio importante per i nostri concittadini indonesiani, perché ci invita ad adottare la fratellanza tra diverse comunità religiose".