Jakarta verso il voto tra le polemiche sul 'caso Gibran'
Il presidente uscente Joko Widodo nel mirino del Consiglio per l'etica elettorale il colpo di mano con cui ha fatto modificare la legge per far candidare il figlio alla vice-presidenza. "Mossa eticamente sbagliata, anche se resta legittimamente in corsa" per il voto del 14 febbraio accanto al favorito Prabowo Subianto.
Giakarta (AsiaNews) - A pochi giorni ormai dalle elezioni generali del 14 febbraio in Indonesia, Il Consiglio per l'etica elettorale (DKPP) ha emesso oggi il suo verdetto sulla candidatura a vicepresidente di Gibran Rakabuming - il figlio maggiore del presidente uscente Joko Widodo - che corre accanto al favoritissimo ministro della Difesa Prabowo Subianto. L’organismo ha rivolto al presidente del Comitato elettorale indonesiano (KPU), Hasyim Asy'ari, l’accusa di aver violato le regole etiche di condotta, pur confermando che la candidatura di Gibran - che ha 36 anni ed è attualmente sindaco di Surakarta - a questo punto resta legittima. Una mossa giudicata eticamente sbagliata, anche se legittima da un punto di vista legale.
La Corte costituzionale indonesiana, infatti, ha appositamente cambiato le regole del gioco permettendo a potenziali candidati di età inferiore ai 40 anni di concorrere alla carica di presidente o vicepresidente. Ma secondo il DKPP Asy’ari avrebbe dovuto consultarsi con il Parlamento e con il governo su questa scelta. Anche perché alla guida della Corte costituzionale c’è Anwar Usman, che è il cognato di Joko Widodo.
Negli ultimi giorni, un'ondata di "proteste" contro la candidatura di Gibran è stata espressa anche dal mondo accademico di Giava, con in prima fila decine di professori dell'Università Gadjah Mada (UGM) di Yogyakarta, seguiti a ruota da altre università. Anche l'Associazione delle Università Cattoliche Indonesiane si è associata alle critiche, affermando che Jokowi dovrebbe attenersi moralmente al suo giuramento presidenziale, rispettando l'etica mentre è ancora al potere come capo dello Stato e del governo.
Le elezioni presidenziali del 2019 era stata massicciamente contaminata da politiche identitarie e aveva portato la società indonesiana a spaccarsi sui due diversi "assi" del nazionalismo e del fondamentalismo religioso. Un approccio che, a sorpresa, non si è ripetuto durante la campagna elettorale in corso, nella quale nessuno dei tre candidati alla presidenza - Prabowo Subianto, Ganjar Pranowo e Anies Baswedan - ha usato questo approccio per guadagnare simpatia tra i propri seguaci più accaniti.
Ma qualcosa è cambiato quando gli "affari di famiglia" di Joko Widodo sono stati esposti pubblicamente dai seguaci dell'ex presidente Megawati, puntando il dito sull'enorme peso che avrebbe avuto la first lady Iriana sulla candidatura di Gibran. La guerra politica tra pro e contro Jokowi è così esplosa sui social media. Anche se sono molti gli elettori che a Jakarta assicurano che queste polemiche non influiranno sul voto che esprimeranno la settimana sul presidente che entrerà in carica nell’ottobre 2024.