Jakarta invita papa Francesco e il grande imam al-Tayyeb
Lo ha annunciato il ministro indonesiano per gli Affari religiosi Quomas. La settimana scorsa la conferma di un viaggio del pontefice a Timor Est. Conferenza episcopale dell'Indonesia: "Dialogo interreligioso fondamentale per noi".
Jakarta (AsiaNews) - Il ministro per gli Affari religiosi ha dichiarato di voler invitare in Indonesia papa Francesco e il Grande imam di al-Azhar Ahmed al-Tayyeb .
Yaqut Cholil Qoumas ha fatto il suo annuncio durante un incontro nazionale della Commissione interreligiosa della Conferenza episcopale indonesiana (Kwi), tenutosi a Bali dal 6 al 9 marzo. Al convegno erano presenti mons. Yohanes Harun Yuwono, il vescovo a capo della Commissione e il segretario p. Agustinus Heri Wibowo.
Quomas ha detto di sperare che il santo padre e al-Tayyeb riconoscano le buone pratiche messe in atto dall’Indonesia per favorire la convivenza sociale nonostante le decine di etnie diverse che abitano il Paese.
La settimana scorsa era arrivata anche la conferma di un viaggio del papa a Timor Est, sebbene non siano state diffuse le date della visita. A dare la notizia era stato mons. Marco Sprizzi, incaricato d'affari vaticano a Dili. Il tutto fa presagire un viaggio del pontefice nel sud-est asiatico che potrebbe comprendere Indonesia, Timor Est e Papua Nuova Guinea, dove il papa avrebbe già dovuto recarsi nel 2020 prima dello stop a causa della pandemia.
Il ministro Qoumas ha poi spiegato di essere rimasto piacevolmente sorpreso quando papa Francesco aveva mostrato interesse a conoscere meglio l’Indonesia durante il loro incontro in Vaticano nel 2009.
L’iniziativa è stata accolta con favore dalla Commissione interreligiosa della Kwi: “Promuovere il dialogo interreligioso è fondamentale per noi”, ha commentato ad AsiaNews p. Heri Wibowo. “Per noi cattolici indonesiani la ‘via di mezzo’ rappresenta la nostra nazione e la nostra identità culturale”.
Durante l’incontro Qoumas ha espresso la volontà di voler promuovere la “moderazione religiosa” per “ridurre la tensione tra i fedeli delle diverse religioni”.
“Se solo tutti i cittadini indonesiani fossero liberi di esprimere la loro identità religiosa senza interventi dall’esterno (cioè da parte dello Stato e dei gruppi radicali) - ha continuato il segretario p. Wibowo - allora sono convinto che la convivenza sociale sarebbe meravigliosa. Tutti gli indonesiani amano la diversità della nostra nazione”.
Alla conferenza e al seminario di quattro giorni hanno partecipato 80 rappresentanti da tutte le 37 diocesi del Paese.
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