Jakarta e Singapore, scontro di potere sul nome della nuova nave indonesiana
Jakarta (AsiaNews) - Dietro la controversia fra Singapore e Jakarta sul nome assegnato alla nuova nave da guerra indonesiana, tuttora nei cantieri in fase di ultimazione, vi sarebbero le elezioni presidenziali di fine anno e i giochi di potere della regione Asia-Pacifico. È quanto spiega Adhie Sachs, studioso ed esperto di geopolitica, secondo cui lo scontro frontale fra le due nazioni del Sud-est asiatico non è un semplice fatto di cronaca, ma riveste delicate implicazioni a livello internazionale. Il Paese attende di scoprire chi sarà il successore di Susilo Bambang Yudhoyono, un presidente che ha curato in modo particolare le relazioni con l'Occidente e gli Stati Uniti; un "volto amico" sullo scranno più alto a Jakarta diventa fondamentale per mantenere e ampliare l'influenza nella regione.
Ad alimentare le tensioni fra Indonesia e Singapore la dichiarazione di ieri di Ng Eng Hen, ministro della Difesa della città-Stato, che ha proibito la navigazione nelle acque di Singapore alla controversa fregata missilistica KRI Usman Harun. La presa di posizione ha scatenato l'ira e il malcontento fra le massime cariche politiche e istituzionali indonesiane; molti parlamentari hanno "condannato" le frasi del ministro di Singapore, rivendicando l'orgoglio e l'appartenenza nazionale.
Lo scontro ruota attorno al nome con cui verrà battezzata la futura nave da guerra: Usman e Harun erano due marines indonesiani, coinvolti in un'operazione di sabotaggio che ha dato origine alla strage di metà marzo del 1965 a Singapore. L'esplosione di una bomba nei pressi della Hong Kong&Shanghai Bank, in Orchard Road, ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altri 33. Intercettati dalla marina durante il tentativo di fuga, i due sono stati processati e impiccati a Changgi nel 1968.
Il presidente Suharto li ha dichiarati eroi nazionali, concedendo loro funerali di Stato con tutti gli onori e la sepoltura nel cimitero di Kalibata, a South Jakarta; in precedenza, Sukarno aveva elevato al rango di "missione di Stato" l'azione condotta dai due marines, nel quadro delle operazioni in atto negli anni '60 per impedire la nascita di una nuova Federazione della Malaysia, con l'annessione di Singapore. Le tensioni politiche del passato si sono stemperate nel tempo, grazie anche all'ascesa al potere del premier Lee Kuan Yew, storico leader di Singapore, costretto fra l'altro dal presidente Suharto a deporre fiori sulla tomba dei due "eroi" in una visita ufficiale nel 1973.
Dopo decenni di buon vicinato, ai primi di febbraio è riesplosa la controversia fra i due Paesi: i vertici di Singapore contestano la decisione di dedicare la fregata ai due "criminali" e hanno imposto il blocco alla navigazione, scatenando le ire di Jakarta. La nave è in fase di completamento, dovrebbe essere assegnata alla flotta indonesiana orientale ed essere operativa verso la fine dell'anno corrente. Fra i due governi sono iniziate le schermaglie diplomatiche, che il commento del ministro della Difesa di Singapore non ha certo contribuito a stemperare; del resto Jakarta ha ribadito che non intende cambiare un nome scelto già nel 2012 e la zona di operatività - la parte orientale dell'arcipelago - non provocherà conflitti o scontri con Singapore.
Tuttavia, le tensioni fra i due Paesi sono indice di uno scontro ben più grande che tocca le future leadership a Jakarta e la geopolitica regionale. Come spiega Adhie Sachs, non è affatto "una coincidenza" il prossimo (doppio) appuntamento elettorale delle legislative ad aprile e delle presidenziali a ottobre. Chiunque sarà il capo di Stato, egli influenzerà i rapporti nella regione in un periodo caratterizzato da una guerra fredda (non dichiarata) fra Cina e Stati Uniti nel mar Cinese meridionale e nella regione Asia-Pacifico.
In questo contesto, non è casuale la scelta di Pechino di svolgere le recenti esercitazioni navali nelle acque dell'oceano indiano, piuttosto che in quelle turbolente del mar Cinese meridionale. Dietro le quali, chiarisce Sachs, vi è la concessione data da Jakarta al passaggio della flotta attraverso lo stretto di Malacca. Un campanello di allarme per il governo statunitense, che ieri ha inviato il massimo rappresentante della diplomazia americana, il segretario di Stato John Kerry, in visita ufficiale a Jakarta. Kerry ha incontrato l'omologo indonesiano Marty Natalegawa per discutere di questioni regionali e di cambiamenti climatici, anche se la posta in gioco appare ben altra e riguarda gli equilibri futuri dello scacchiere asiatico e internazionale.
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