Jakarta, furto al Museo: rubati manufatti antichi del regno indù Mataram
Jakarta (AsiaNews) - Non si hanno ancora notizie di quattro manufatti antichi - dal valore inestimabile - risalenti al 10mo secolo d.C., trafugati nei giorni scorsi dal Museo nazionale nel centro di Jakarta, in Indonesia. Le opere d'arte risalgono al regno Mataram, una otente monarchiap indù, che ha dominato la regione dello Java centrale fra l'8° e l'11° secolo. Se le indagini della polizia non hanno fornito alcun risultato - come peraltro avvenuto in passato per simili episodi - il ministero indonesiano dell'Istruzione e della cultura ha promosso un'inchiesta indipendente che cercherà di far luce anche su furti e sparizioni avvenute negli ultimi anni. Il team sarà formato da esperti, archeologi, collezionisti e privati nel tentativo di impedire la "vendita sottobanco" al mercato nero delle opere d'arte.
Le culture buddista e indù hanno lasciato segni e testimonianze di valore inestimabile in Indonesia, oggi la nazione musulmana più popolosa al mondo. Fra i siti patrimonio mondiale dell'umanità ci sono il tempio di Borobudur a Magelang, nello Java centrale, il tempio buddista più grande al mondo e tra i luoghi più significativi del retaggio indù-buddista di Mataram.
Altro sito di enorme valore il Lorojonggrang Temple di Yogyakarta, meglio noto come Prambanan Temple per via del luogo in cui sorge, il sotto-distretto di Prambanan, che è anche il più grande tempio induista del Paese.
Passati i fasti della dominazione indo-buddista dei primi secoli del secondo millennio, nel 17mo secolo emerge il regno islamico di Mataram, le cui tracce sono visibili ancora oggi nei sultanati islamici di Yogyakarta e Surakarta. Entrambi sono compresi nella provincia dello Java centrale, ma non hanno grande influenza sull'attualità politica locale fatta eccezione per il re Hamengku Buwono X, che è sultano e governatore della regione speciale di Yogyakarta.
I manufatti scomparsi nei giorni scorsi appartengono al regno indù Mataram. Il furto ha seminato sconcerto e ira fra gli amanti dell'arte. Finora la polizia non ha scoperto elementi utili per risolvere il caso e anche il ministero dei Beni culturali non intende rilasciare informazioni o dichiarazioni personali sulla vicenda. Per il futuro vi sono generiche promesse di un rafforzamento nei controlli, come sta avvenendo in queste ore nei porti e aeroporti principali dell'arcipelago per scongiurare l'esportazione in Paesi terzi, destinati ad alimentare le brame di anonimi collezionisti. Tutavia, secondo fonti bene informate gli oggetti sarebbero già in viaggio verso l'Europa dopo aver fatto tappa a Singapore.