Jakarta, cattolici in festa per l’ordinazione di nove sacerdoti
Jakarta (AsiaNews) - "Spero con tutto il cuore che voi, novelli sacerdoti, sappiate estendere il vostro servizio agli altri con i fatti, piuttosto che con le parole". È questo l'appello lanciato da mons. Ignatius Suharyo Pr, arcivescovo di Jakarta, ai nove preti ordinati il 22 agosto scorso nella parrocchia di Sant'Arnoldo a Bekasi, East Jakarta. La cerimonia di ordinazione si è tenuta in una chiesa periferica della capitale con l'obiettivo di incentivare le vocazioni fra i giovani seguendo l'esempio dei novelli sacerdoti. "Si tratta di un compito essenziale - ha aggiunto il prelato - perché [essi] sono chiamati a imitare Cristo, il più grande sacerdote della storia".
Nei giorni scorsi i cattolici della capitale hanno salutato l'ordinazione dei nuovi sacerdoti, otto diocesani e uno della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (CICM), che contribuiranno al lavoro pastorale nella capitale indonesiana. Essi sono: p. Antonius Yakin Ciptamulya, p. Reynaldo Antonius Haryanto, p. Yohanes Angga Sri Prasetyo, p. Rafael Kristianto, p. Antonius Baur Asmoro, p. Antonius Pramono Wahyu Nugroho, p. Paulus Dwi Hadrianto, p. Albertus Yogo Prasetianto e il rev. Lamma Sihombing (CICM).
Con il calo delle nascite, un fenomeno che ha investito anche l'Indonesia sebbene in tono minore rispetto all'Europa, diminuiscono anche le famiglie con figli che scelgono la vita consacrata. In passato, soprattutto negli anni '70, era consuetudine che ogni casa - in particolare a Java - avesse molti figli, fino a 10 e oltre. Tuttavia, nel recente passato si è registrata una decisa inversione di tendenza, con al massimo due o tre figli per nucleo familiare.
Fra le ragioni che spiegano il fenomeno, l'aumento del costo della vita e gli ostacoli a livello sociale e finanziario, che finiscono per colpire le famiglie più numerose. Soprattutto le rette scolastiche e il costo dei libri e del materiale correlato finiscono per incidere sul bilancio; tanto che molti si vedono costretti a svendere beni, case, proprietà o terreni pur di dare un'istruzione alla prole.
In questo contesto difficile emerge il modello del seminario minore Wacana Bhakti, di proprietà dell'arcidiocesi di Jakarta. Attivo da oltre 25 anni grazie all'impegno dei gesuiti e dei sacerdoti diocesani della capitale, esso garantisce possibilità di studio e formazione anche ai meno abbienti, così come il vicino Gonzaga College Senior High School, anch'esso gestito dai cattolici. Molte famiglie cattoliche di Jakarta affidano a questi due istituti la formazione scolastica dei figli, con lezioni regolari al mattino secondo il curriculum previsto dal ministero dell'Istruzione. Al pomeriggio, invece, si tengono corsi di latino, inglese, Sacre Scritture, Storia della Chiesa e altre materie legate alla tradizione cristiana.
In Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, i cattolici sono una piccola minoranza composta da circa sette milioni di persone, pari al 3% circa della popolazione totale. Nella sola arcidiocesi di Jakarta, i fedeli raggiungono il 3,6% della popolazione. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia la comunità è vittima di episodi di violenze e abusi, soprattutto nelle aree in cui è più radicata la visione estremista dell'islam, come ad Aceh. Essi sono una parte attiva nella società e contribuiscono allo sviluppo della nazione o all'opera di aiuti durante le emergenze, come avvenuto per in occasione della devastante alluvione del gennaio scorso.