Jakarta, Corte costituzionale: la legge sulla blasfemia è legittima
di Mathias Hariyadi
I giudici hanno respinto il ricorso di Ong e attivisti per i diritti umani, fra cui l’ex presidente Gus Dur. Il collegio spiega che la norma è “necessaria” per prevenire pratiche di culto “fuorvianti”, anche se alcuni punti vanno “chiariti”. Una legge emanata per colpire gli ahmadi e le minoranze religiose del Paese.
Jakarta (AsiaNews) – La Corte costituzionale indonesiana ha confermato la legittimità della legge sulla blasfemia, giudicando privo di fondamento il ricorso presentato da Ong, attivisti per i diritti umani e figure di primo piano del Paese, fra cui l’ex presidente Abdurrahman “Gus Dur” Wahid. Nella sentenza, il collegio presieduto dal presidente Mahfud MD ha spiegato che la “controversa” norma N 1/PNS/1965 è “ancora oggi assai necessaria per prevenire qualsiasi pratica di culto fuorviante”.
Il verdetto della Consulta indonesiana – meglio nota come Mahkamah Konstitusi, MK – è giunto nel tardo pomeriggio di ieri. All’esterno dell’edificio le autorità hanno schierato centinaia di soldati in assetto anti-sommossa, per prevenire episodi di violenze delle frange estremiste islamiche. Il presidente della Corte costituzionale, confermando la validità della legge sulla blasfemia, ha inoltre aggiunto che essa “non viola i diritti umani di base” in materia di fede e pratica di culto, ma precisa che “alcuni punti [della norma] vanno chiariti”.
La Costituzione indonesiana del 1945 riconosce sei religioni diverse a livello “ufficiale”: islam, cattolicesimo, protestantesimo, induismo, buddismo e confucianesimo. Altre fedi, fra cui gli ahmadi, sono dichiarati fuorilegge e non è ammessa la pratica del culto. La legge sulla blasfemia, in particolare, sembra essere rivolta proprio contro la comunità Ahmadiyya, corrente musulmana considerata eretica perché non riconosce Maometto come ultimo profeta ed è perseguitata in altre nazioni islamiche, fra cui il Pakistan.
Funzionari di governo e gruppi fondamentalisti islamici hanno utilizzato la legge sulla blasfemia come pretesto per denunciare l’esistenza di piccole comunità ahmadi. Le violenze più gravi sono avvenute nella reggenza di Bogor e a Kuningan, entrambe nella provincia di West Java, dove è maggiore la presenza della comunità “eretica” musulmana. In passato folle di estremisti, sostenuti da gruppi fondamentalisti fra cui L’Islamic Defender Front (Fpi), hanno attaccato e distrutto decine di edifici, scuole e abitazioni private appartenenti agli ahmadi.
Attivisti per i diritti umani e diverse Ong hanno denunciato l’incostituzionalità della legge sulla blasfemia, che violerebbe la libertà di culto. Sotto accusa il comma 1 che autorizza lo Stato a intervenire in materia di fede, mentre essa dovrebbe rimanere una “zona franca” e riguardare il singolo individuo. Fra le personalità che hanno aderito al ricorso presso la Corte costituzionale vi sono l’ex presidente indonesiano Abdurrahman “Gus Dur” Wahid, Dawam Rahadja e Musdah Mulia, esperti di questioni islamiche.
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