Jakarta, Corecs23: religioni unite nella lotta ai cambiamenti climatici
L’evento di ieri occasione anche per inaugurare la sede locale del Muslim Council of Elder, che lavorerà a contatto con le altre realtà in Malaysia e Pakistan. L’attenzione ai temi ambientali e all’ecologia, nella prospettiva della Cop28 in programma a Dubai e della Laudate Deum, impegno comune di cristiani e musulmani. Il contributo della Chiesa con gli Eco Camp Bandung.
Jakarta (AsiaNews) - Religioni e cambiamento climatico nelle nazioni del Sud-est asiatico. È il tema di una conferenza (Corecs 2023) che si è tenuta ieri a Jakarta, capitale dell’Indonesia, alla presenza di decine di leader delle diverse fedi provenienti da tutta la regione e promosso dalla comunità musulmana. Un evento che si inserisce nel solco delle iniziative seguite alla storica firma congiunta del documento sulla “Fratellanza umana” da parte di papa Francesco e dal grande imam di al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti) nel febbraio 2019.
L’iniziativa, che unisce l’elemento spirituale e religioso col tema della cura del creato, si è tenuta lo stesso giorno in cui il Vaticano ha pubblicato l’esortazione apostolica “Laudate Deum”, riflessione del pontefice argentino sui cambiamenti climatici a otto anni dall’enciclica “Laudato Sì”. Inoltre, l’incontro interreligioso sul clima a Jakarta - nella prospettiva della Cop28 a Dubai fra novembre dicembre di quest’anno - è stato anche occasione per inaugurare la sede locale del Muslim Council of Elders, il Consiglio musulmano degli anziani guidato dallo stesso al-Tayyeb.
Parlando davanti a centinaia di partecipanti, il segretario generale del Muslim Council of Elder Mohammed Abdelsalam ha ringraziato l’amministrazione indonesiana “per aver sostenuto la nostra iniziativa” e favorito l’apertura di una sede a Jakarta. “Questa conferenza internazionale su religione e cambiamento climatico - aggiunge - si svolge qui come evento di supporto in attesa della prossima Cop28 negli Emirati Arabi Uniti, a Dubai”. Il tema ecologico è di stretta attualità per la nazione del Sud-est asiatico, che oltre a essere il Paese musulmano più popoloso al mondo annovera al suo interno 94 milioni di ettari di foreste ed è fra le più sollecitate in tema di cambiamento climatico.
In vista della conferenza Onu, avverte, “il nostro gruppo sarà fra i fautori del Padiglione della Fede, una novità assoluta che non si è mai registrata nelle precedenti edizioni” dell’appuntamento globale dedicato al clima. Un’altra conferenza internazionale si terrà ad Abu Dhabi il prossimo 6-7 novembre, in cui è prevista la presenza di delegati della Chiesa cattolica, esperti del programma ambientale delle Nazioni Unite e autorità locali. Per la sede di Jakarta del Muslim Council of Elders, conclude, l’obiettivo è di avviare una “proficua collaborazione” con le altre realtà in Malaysia e Pakistan per “promuovere dialogo fraterno, tolleranza sociale, pace e convivenza”.
A nome del ministero indonesiano per gli Affari religiosi, il funzionario Saiful Rahmat Dasuki afferma che “la nostra imminente e chiara sfida in questo momento è il cambiamento climatico”. Al riguardo, prosegue, sarà sempre più importante il ruolo “dei leader religiosi” che saranno chiamati a intervenire con maggiore frequenza e attenzione per scongiurare “la distruzione della natura”.
P. Stanislaus Ferry Sutrisna Wijaya, promotore e responsabile di Eco Camp Bandung, è una figura di spicco della Chiesa cattolica indonesiana per l’impegno nei temi ambientali e la conservazione della natura. Il suo lavoro decennale ha permesso a migliaia di persone - studenti, insegnanti, universitari, istituzioni religiose - di conoscere e approfondire l’importanza dei fattori collegati alla conservazione della natura. A margine della conferenza di ieri a Jakarta, il sacerdote ha sottolineato come la missione degli “Eco Camp” sia “strettamente legata” al documento di Abu Dhabi.
Attraverso la Laudato Sì (2019) e l’odierna Laudate Deum (2023), avverte, “siamo tutti chiamati a promuovere la fratellanza e la convivenza pacifica e ad accendere la cooperazione tra le persone nella società per preservare la natura”. Dall’istituzione nel 2014, il “campo è stato visitato da almeno 30mila ambientalisti, permesso la formazione di circa 500 Green leaders e 75 volontari ambientali, coinvolgendo 2.162 scuole con 69.628 studenti e i loro genitori. Le preoccupazioni di p. Stanislaus sono raccolte e rilanciate dai rappresentanti del ministero dell’Ambiente. “L’Accordo di Parigi - avverte l’alto funzionario Laksmi Dhewanti - dovrebbe essere sostenuto da tutte le parti. L’obiettivo delle emissioni zero nel 2060 dovrebbe diventare il nostro compito comune”.
(Ha collaborato p. Ferry Sutrisna Wijaja Pr)
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