Jakarta, 10mila manifestanti di tutte le religioni contro il terrorismo
Presenti leader musulmani, cattolici, protestanti, buddisti, indù, confuciani, taoisti insieme alle più alte cariche dello Stato. L’Indonesia “non cederà alla minaccia del terrorismo”. Ministro della Difesa: “Ogni religione insegna la pace, rigettiamo ogni atto di terrore fatto in nome di essa”. Il bilancio delle vittime degli attentati del 14 gennaio sale a otto; 12 arresti.
Jakarta (AsiaNews) – A quattro giorni dagli attacchi che hanno sconvolto il centro di Jakarta, 10mila persone si sono radunate a Lapangan Banteng, piazza storica della capitale, per dimostrare che l’Indonesia è un Paese pacifico, tollerante e che “non cederà alla minaccia del terrorismo”. L’evento è stato organizzato dal Nahdlatul Ulama (Nu), il più grande movimento islamico del Paese, ed era in programma già da una decina di giorni come manifestazione interreligiosa. Cattolici, protestanti, confuciani, indù, buddisti e taoisti avevano già confermato la loro partecipazione, insieme alle più alte cariche dello Stato e alla società civile. In prima fila, il ministro della Difesa Ryamizard Ryacudu, il ministro per gli Affari religiosi Lukman Hakim Saifudin, i leader del Nu e di molte organizzazioni interreligiose. La Conferenza episcopale indonesiana ha inviato mons. Yohanes Harun Yuwono, vescovo di Tanjung Karang e presidente della Commissione per il dialogo interreligioso.
“Ogni religione – ha detto l’ex generale Ryamizard Ryacudu – insegna il principio fondamentale dell’amore e invita i propri fedeli ad amarsi a vicenda. Che l’Indonesia si sviluppi o crolli, questo dipende da noi, non da altri. Ogni atto di terrore è contro i veri valori di ogni credo religioso e per questo noi li rigettiamo”. Il ministro della Difesa ha poi invitato le migliaia di persone presenti ad incrementare il proprio spirito patriottico, perché “il terrore e il radicalismo sono il nostro nemico comune”.
Parlando ad AsiaNews, mons. Yohanes Harun Yuwono ha espresso la sua gioia per la manifestazione di Jakarta, nella speranza che eventi simili si verifichino anche in altre città: “Ho apprezzato molto l’iniziativa. Spero tanto che chiunque abbia la buona intenzione di aumentare lo spirito pluralistico in Indonesia, possa comunicare questo intento anche a chi non era presente in piazza”.
Nel frattempo, le autorità indonesiane continuano a dare la caccia ai gruppi terroristici, legati allo Stato islamico, che avrebbero organizzato gli attentati del 14 gennaio scorso. Gli agenti hanno arrestato 12 sospettati. Nelle ultime ore il bilancio delle vittime è stato aggiornato a otto (quattro civili e quattro terroristi) in quanto uno dei feriti è morto in ospedale. Si è scoperto inoltre che il quinto attentatore non identificato, morto nelle esplosioni, era in realtà un civile.
Durante la manifestazione in piazza, il ministro della Difesa ha anche ricordato che il dovere di ogni indonesiano è di custodire nel cuore il Pancasila [i cinque pilastri della Costituzione ndr]. La restaurazione della nazione, ha detto, è una “guerra non convenzionale”, una guerra fra ideologie religiose che minacciano di dividerla.
28/10/2017 09:10