Jaffna, in aumento i suicidi tra le vittime della guerra civile
Jaffna (AsiaNews) - Nella penisola di Jaffna i suicidi sono aumentati dalla fine della guerra civile a oggi. Lo rivela Daya Somasundaram, docente di psichiatria all'università, che ha condotto una ricerca sulla popolazione locale. Tra le cause da ricercare, egli indica il senso di abbandono da parte delle autorità e la conseguente precarietà economica e sociale.
Secondo lo studio, nel 2005 (inizio dell'ultima fase del conflitto, ndr) il tasso di suicidi era di 23 ogni 100mila persone, su una popolazione complessiva superiore alle 500mila unità. Con l'intensificarsi della guerra i numeri sono scesi a meno di 20 (2006), fino a toccare i 15 casi (2009, l'ultimo anno).
Negli anni successivi però, il numero di persone che sceglieva di togliersi la vita è tornato a salire, superando i 25 casi annuali.
Durante il conflitto, spiega Somasundaram, "le frustrazioni si gestivano meglio, perché c'era un forte sostegno sociale tra le vittime a fare da cuscinetto per le varie forme di stress e trauma. Dopo però, con il frantumarsi delle famiglie, la coesione sociale ha iniziato a vacillare. La ristrettezza economica, alimentata ancora oggi dall'assenza di politiche governative di riabilitazione, ha creato ulteriori attriti. Questo ha reso la gente incapace di gestire le situazioni difficili".
Secondo il docente, per fermare il fenomeno il governo dovrebbe "ripristinare il capitale sociale, restaurando i legami familiari e sociali preesistenti. Quello della guerra è stato un trauma collettivo: anche la riabilitazione deve essere collettiva".
24/06/2010