24/06/2019, 12.05
TURCHIA
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Istanbul, da metropoli economica a locomotiva della trasformazione democratica (SCHEDA)

Istanbul (AsiaNews) - “Chi vince a Istanbul, vince in Turchia” aveva dichiarato nei giorni scorsi il presidente Recep Tayyip Erdogan, alla vigilia del voto alle amministrative che ha sancito la vittoria del candidato dell’opposizione Ekrem Imamoglu. Parole che confermano il ruolo primario della città sul Bosforo nel Paese e che, dal 1994, era considerato un feudo del partito di governo Akp di stampo islamico e conservatore, oggi nelle mani dell'opposizione laica. E nella quale lo stesso Erdogan aveva ricoperto la carica di sindaco dal 1994 al 1998, primo passo di una carriera che lo ha portato alla guida della nazione. 

Istanbul ha una popolazione superiore 1i 15 milioni di abitanti, di cui 10,5 milioni iscritti nelle liste elettorali. Si tratta del quarto centro municipale più popoloso d’Europa (e sesto nel mondo), davanti a Mosca e a Londra. Conosciuta anche come Bisanzio e Costantinopoli, nel corso della storia essa è stata capitale dell’impero romano, bizantino, latino e ottomano. 

Secondo i dati del 2017, il Prodotto interno lordo (Pil) di Istanbul corrisponde al 31,2% del totale del Paese. Il dato della capitale, Ankara, si ferma al 9%. Il raffronto fra le due città è impietoso anche per quanto concerne il Pil per abitante: Istanbul tocca i 17.723 dollari, mentre Ankara non supera i 15mila, attestandosi a 14.253. 

La grande maggioranza della popolazione è di fede musulmana, ma vi è una nutrita presenza di altre comunità religiose, la maggior parte delle quali retaggio del passato ottomano: fra queste vi sono i greco-ortodossi, gli armeni, i siro-caldei, i cattolici levantini e gli ebrei sefarditi. Secondo un censimento dell’anno 2000, a Istanbul si trovano: 2691 moschee, 123 chiese, 26 sinagoghe, 109 cimiteri islamici e 57 cimiteri non islamici. 

Crocevia fra Europa e Asia, fra terra e mare grazie alla sua posizione strategica, Istanbul rappresenta il più importante centro economico e produttivo del Paese: essa occupa oltre il 20% della manodopera del Paese e contribuisce per il 38% del lavoro industriale.

La metropoli ha registrato nell’ultimo ventennio una serie di progetti di vasta scala, sostenuti dallo stesso Erdogan, che hanno rappresentato uno stimolo per l’economia ma che rischiano di snaturarne il volto storico, culturale e architettonico. Fra i tanti ricordiamo il tunnel ferroviario (2013) e automobilistico (2016) sotto il Bosforo; il terzo ponte sul Bosforo; il terzo aeroporto; nuove linee della metropolitana; un canale navigabile, lo sviluppo immobiliare del quartiere di Sulukule dove un tempo sorgeva un grande campo rom; e il Museo panorama aperto nel 2009, che celebra la presa di Costantinopoli da parte degli ottomani. 

Per il futuro, il 49 neo sindaco Imamoglu - finora a capo del quartiere di Beylikdüzü, sponda europea della metropoli - vuole fare di Istanbul la “locomotiva della trasformazione democratica della Turchia”, capace di attirare investitori pur salvaguardando i valori di “uguaglianza e giustizia sociale”. A questo si aggiunge un nuovo piano di trasporti e un freno alla speculazione edilizia. 

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