11/07/2016, 08.54
ISRAELE - PALESTINA
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Israele stanzia 13 milioni di dollari per le colonie in Cisgiordania

Il governo ha approvato la distribuzione, entro tre anni, di 12,8 milioni di dollari per gli insediamenti di Kiryat Arba ed Hebron. Serviranno per realizzare interventi nel sociale, nell’istruzione e per la sicurezza. Ieri centinaia di coloni hanno marciato per denunciare gli attacchi palestinesi. 

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Il governo israeliano ha sbloccato quasi 13 milioni di dollari per le colonie di Kiryat Arba ed Hebron, nei Territori occupati in Cisgiordania. Ad annunciare il provvedimento una nota ufficiale diffusa ieri da ambienti dell’esecutivo, secondo cui l’obiettivo è quello di “rafforzare” gli insediamenti in risposta a una serie di attacchi palestinesi nell’area. 

I fondi - 12,8 milioni di dollari in totale - verranno distribuiti nell’arco di tre anni e riguarderanno interventi nei servizi sociali, nel settore dell’istruzione e della sicurezza per le colonie. 

Nei giorni scorsi il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva in qualche modo anticipato il provvedimento, sottolineando che “gli uffici amministrativi” hanno promosso tutti gli sforzi possibili “per aiutare i residenti ad affrontare in modo eroico un terrorismo brutale”.

Già a giugno l’esecutivo, primo fautore delle colonie e del loro sviluppo, aveva annunciato la distribuzione di 70 milioni di shekels (pari a 16 milioni di euro) per un gruppo non specificato di insediamenti. 

Sempre ieri centinaia di coloni hanno promosso una manifestazione che ha lambito il villaggio palestinese di Tarama e la colonia di Otniel, a sud di Hebron, per denunciare gli attacchi (all’arma bianca) sferrati di recente da cittadini palestinesi. 

Kiryat Arba è l’area in cui, di recente, un palestinese ha pugnalato a morte una ragazzina israeliana di 13 anni mentre dormiva nel letto di casa sua; nell’insediamento, che sorge nei pressi di Hebron (la più importante città palestinese della Cisgiordania) vivono diverse centinaia di coloni ebraici. 

La politica espansionista di Israele è finita di recente nel mirino del Quartetto per il Medio oriente, organismo composto da Nazioni Unite, Stati Uniti, Unione europea e Russia; in un recente rapporto i vertici del gruppo hanno chiesto a Israele di assumere “provvedimenti urgenti” per fermare l’espansione degli insediamenti nei Territori palestinesi. 

In risposta, fonti ufficiali israeliane riferiscono che lo stesso Primo ministro Benjamin Netanyahu ha autorizzato il piano per la realizzazione di 800 nuove unità abitative nei Territori. 

Ad oggi almeno 570mila cittadini israeliani vivono in oltre 100 insediamenti costruiti da Israele a partire dal 1967, data di inizio dell’occupazione dei Territori in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Il diritto internazionale considera illegali questi insediamenti; una posizione contestata dal governo israeliano, che negli ultimi anni ha rafforzato la politica espansionista.

I colloqui di pace tra le due parti si sono interrotti nel 2014, scatenando una escalation di violenze nella regione.

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