Israele ricorda vittime (e sopravvissuti) dell’Olocausto nazista
Il Paese si è fermato al suono delle sirene per lo Yom Ha-Shoah. Allo Yad Vashem il premier Bennett non parla di Iran, ma delle divisioni interne al mondo ebraico. E invita a non equiparare i conflitti di oggi alla tragedia “senza precedenti” consumata nella Seconda guerra mondiale. Studio dell’università di Tel Aviv registra nel 2021 una “crescita significativa” dell’antisemitismo.
Gerusalemme (AsiaNews) - Oggi alle 10 del mattino Israele si è fermata per due minuti, lasciando spazio al suono delle sirene in tutta la nazione, per commemorare la memoria di sei milioni di ebrei vittime dello sterminio nazista durante la Seconda guerra mondiale. Il Paese celebra lo Yom Ha-Shoah (Giornata del ricordo dell’Olocausto) in cui vengono omaggiati i morti e i sopravvissuti che, grazie ai loro racconti e alla loro drammatica testimonianza, hanno tramandato e mantenuto vivo il ricordo di una delle peggiori tragedie del ventesimo secolo.
Una giornata fra le più solenni per la nazione che, come di consueto, inizia in modo straziante con il suono delle sirene e autobus, macchine, pedoni si fermano di colpo, immobili, quasi sull’attenti, ciascuno ricordando dentro di sé il passato col suo carico di morti e lutti. Israele piange quanti sono scomparsi nella Shoah, i cui nomi vengono pronunciati dai discendenti dei sopravvissuti nelle scuole, nei musei, negli edifici pubblici perché una simile tragedia non accada più nella storia.
Bar e ristoranti hanno chiuso nel primo pomeriggio di ieri e i programmi televisivi e radiofonici sono dedicati quasi per intero a documentari e approfondimenti sull’Olocausto, con interviste e musiche sobrie. Come di consueto, il cuore delle celebrazioni è il memoriale dello Yad Vashem dove il primo ministro Naftali Bennett ha tenuto il suo discorso alla nazione. Un messaggio diverso rispetto a quello del predecessore Benjamin Netanyahu che per un decennio ha tenuto banco sventolando, in ogni occasione, la minaccia iraniana e il nucleare degli ayatollah. Il capo del governo in carica non ha menzionato Teheran, ma ha voluto sottolineare che l’Olocausto è un evento unico e “senza precedenti” nella storia umana. Con un attacco indiretto a quanti usano oggi il termine in modo improprio, Bennet ha affermato che “anche i conflitti più cruenti di oggi non sono paragonabili all’Olocausto”.
All’evento commemorativo di ieri sera hanno partecipato, oltre al premier, il presidente Isaac Herzog e la presidentessa del Bundestag, il Parlamento tedesco, Barbel Bas, primo politico di alto livello della Germania a presenziare alla commemorazione. Una ricorrenza che cade in concomitanza con la rivolta del Ghetto di Varsavia, nel tentativo di resistenza opposto dagli ebrei agli occupanti, con un bilancio di circa 13mila ebrei uccisi nella successiva repressione nazista. Il premier Bennett ha poi puntato il dito contro le divisioni in seno alla resistenza ebraica, fra organizzazioni di destra e sinistra, che non hanno collaborato finendo per favorire lo sterminio. “Anche durante il capitolo più nero della storia ebraica - ha sottolineato - durante l’inferno dello sterminio del nostro popolo, la destra e la sinistra non hanno trovato un modo per operare unite”.
Al contempo, uno studio pubblicato dall’università di Tel Aviv e rilanciato dalla Bbc mostra un “aumento drammatico” dell’antisemitismo nel 2021 in tutto il mondo, con una escalation preoccupante di casi in nazioni come Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania e Australia. Una tendenza alimentata tanto da movimenti di destra estrema quanto da fazioni contrapposte della sinistra radicale, ma legate dall’odio comune verso gli ebrei alimentato e rilanciato sul web e nei social network.
Lo studio, nominato Anti-Semitism Worldwide Report 2021, afferma che lo scorso anno vi è stata una “crescita significativa in vari tipi di episodi di antisemitismo in molte nazioni che comprendono, al loro interno, una vasta popolazione ebraica”. A Los Angeles e New York, negli Usa, i casi sono raddoppiati rispetto al 2020 (dove, a causa delle restrizioni anti-Covid, l’odio ha trovato sfogo perlopiù in rete). In Francia gli attacchi sono aumentati del 75%, in Canada agosto ha fatto registrare il numero record di attacchi in 40 anni di monitoraggio. In molti casi, conclude lo studio, ad alimentare le violenze ha contribuito la guerra lampo del maggio 2021 lanciata da Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza.