14/10/2004, 00.00
ISRAELE - PALESTINA
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Israele preme per limitare l'entrata alla moschea di al Aqsa

Rischi di crolli e pericoli per i fedeli musulmani secondo le autorità di Gerusalemme. Mustafa Abu Sway , docente musulmano: "Nuova discriminazione contro di noi".

Gerusalemme (AsiaNews) - Da domani e per tutto il mese di Ramadan, il periodo islamico di preghiera e digiuno, il governo israeliano vuole limitare gli accessi dei fedeli musulmani alla moschea di al Aqsa di Gerusalemme. Motivo: il pericolo di crollo di un muro della Spianata delle moschee. I musulmani hanno polemizzato con questa decisione, affermando che si tratta di un "complotto" per limitare l'affluenza al luogo santo.

Il governo israeliano ha domandato all'organismo che gestisce i luoghi sacri dell'Islam (il Waqf) di accettare l'avviso israeliano e limitare la presenza dei pellegrini. Il Waqf non ha ancora risposto. Il governo però è deciso a procedere alla limitazione: "Se non accetteranno la nostra richiesta entro venerdì 15, limiteremo gli accessi a 50-60mila persone" ha dichiarato Gideon Ezra, ministro della sicurezza interna di Gerusalemme. Di solito durante il Ramadan 200mila fedeli si recano in pellegrinaggio alla moschea di al Aqsa, considerata il terzo luogo santo dell'islam.

La questione della sicurezza nella Spianata delle moschee risale alla fine degli anni '90, quando le autorità religiose musulmane hanno compiuto alcuni scavi per costruire un luogo di culto nelle cosiddette 'stalle di Salomone' e poter accogliere i numerosi pellegrini. Esperti archeologici hanno giudicato "avventati" gli scavi compiuti per costruire la moschea. Le autorità israeliane sostengono che il tetto del nuovo edificio rischia di crollare sotto il peso della folla che si riunisce sulla Spianata.  Per risolvere l'annosa polemica, il governo israeliano e le autorità religiose musulmane hanno affidato ad una commissione giordana la valutazione del rischio di crollo. Attualmente sono in corso lavori di adeguamento architettonico e gli esperti giordani ritengono che non ci sia nessun pericolo.  "Vogliamo solo prevenire un danno pubblico. Se il tetto della moschea crolla, possono esserci migliaia di feriti" ha dichiarato il vice commissario della polizia israeliana Yaakov Edri. 

I musulmani palestinesi polemizzano con le decisioni del governo israeliano. Sul tema AsiaNews ha interpellato il prof. Mustafa Abu Sway, docente di architettura all'università Al Quds di Gerusalemme.

Come giudica questa decisione di Israele sulla moschea di al Aqsa?

Come si può dire che il numero dei fedeli alla moschea di al Aqsa verrà 'limitato' durante il Ramadan, se questo avviene già adesso? Non è un problema nuovo, questo impedimento è permanente per i musulmani della West Bank, di Betlemme, di Ramallah, di Gaza. Gli israeliani impediscono ai musulmani e anche ai cristiani della West Bank di recarsi nei loro luoghi santi a Gerusalemme.

Questa notizia può scatenare nuove violenze?

Spero di no, ma potrebbero avvenire azioni violente contro le forze di occupazione israeliane.

Crede che il Ramadan porterà un miglioramento nei rapporti fra israeliani e palestinesi e nel processo di pace?

Tutti qui speriamo la pace, è ciò di cui abbiamo veramente bisogno. Il problema è che noi palestinesi siamo sotto occupazione da molti anni e i nostri diritti devono essere ancora riconosciuti. (LF)

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