Israele dice "no" al rilascio dei prigionieri palestinesi
Gerusalemme (AsiaNews) - Israele ha bloccato il rilascio di alcune decine di prigionieri palestinesi, accusando l'Autorità palestinesi di ricercare ulteriori riconoscimenti dalla comunità internazionale e dall'Onu.
Israele avrebbe dovuto liberare i prigionieri fin dai tempi di Ehud Olmert, e ne ha liberati centinaia nei mesi scorsi, ma negli ultimi tempi aveva frenato il rilascio perché molta opinione pubblica israeliana è contraria, dato che alcuni dei reclusi sono accusati di aver ucciso. L'idea del rilascio è ritornata dopo che il segretario di Stato Usa John Kerry ha spinto le due parti a riprendere i dialoghi di pace.
Ma intanto l'Autorità palestinese sta attuando un lavoro diplomatico per far entrare la Palestina come membro firmatario di 15 Convenzioni Onu, elevando il suo profilo internazionale. In particolare, i palestinesi vogliono aderire alla Quarta convenzione di Ginevra, che darebbe basi legali alla loro opposizione alle colonie israeliane nei territori occupati, ritenute contrarie dalle leggi internazionali.
Per il giornale Yediot Aharonot, "i palestinesi sono tornati a una Intifada diplomatica" inaccettabile. Eppure, in questi stessi giorni, Israele ha annunciato una nuova ondata di insediamenti nella zona di Gerusalemme est. La moltiplicazione delle colonie israeliane rende impossibile una continuità territoriale e la costituzione di un futuro Stato della Palestina. Ora entrambe le parti si accusano di aver violato gli accordi per continuare i dialoghi di pace.
Secondo fonti palestinesi, la loro adesione ai trattati internazionali è ormai un processo "irreversibile".
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Moshe Yaalon stanno studiando misure punitive contro i palestinesi nella West Bank.