Israele colpisce obiettivi militari alla periferia di Damasco, morti due civili
Si tratta della prima operazione militare dall’inizio dell'invasione russa in Ucraina. Riportati anche pesanti “danni materiali”. I raid effettuati col via libera di Mosca, alleata del presidente Assad e con una consistente presenza di uomini sul territorio siriano. Bennett ha incontrato Putin.
Damasco (AsiaNews) - Nel primo attacco missilistico sferrato da Israele contro obiettivi sensibili nei pressi di Damasco, capitale della Siria, sono morti “almeno due civili”. A riferirlo è la tv di Stato, secondo cui nelle prime ore di oggi i razzi e i caccia con la stella di David hanno colpito diversi siti causando “danni materiali”. Il sistema di allerta difensivo anti-aereo, prosegue la nota ufficiale, è entrato in funzione abbattendo “la maggior parte dei missili”; tuttavia, alcuni sono sfuggiti arrivando a centrare i target prefissati nell’operazione.
Al centro dell’operazione vi era una postazione militare situata nella periferia di Damasco, che ha subito pesanti danneggiamenti come altre strutture nell’area circostante. L’attacco è avvenuto alle 5 del mattino a poco più di 24 ore dalla missione del primo ministro israeliano Naftali Bennett a Mosca, dove ha incontrato il presidente Vladimir Putin e discusso della guerra lanciata dalla Russia in Ucraina, che ha già causato migliaia di morti fra la popolazione e oltre 1,5 milioni di profughi. Al centro dei colloqui la mediazione per un cessate il fuoco che appare ancora assai remota.
La Russia è alleata del presidente siriano Bashar al-Assad e ha un dispiegamento consistente di militari sul territorio; tuttavia, Mosca consente a Israele di effettuare operazioni contro obiettivi nel Paese. Da qui i tentativi di neutralità e dialogo di Israele nel conflitto Russia-Ucraina, che vengono considerati “necessari” per salvaguardare il suo accesso relativamente “illimitato” ai cieli siriani con benestare del Cremlino.
Secondo le prime informazioni fornite dall’agenzia Sana, i caccia israeliani hanno lanciato i missili dallo spazio aereo libanese. Nell’attacco, prosegue la nota, sono “morti due civili” e vi sono pesanti “danni materiali” ad alcuni siti “nei pressi della capitale”. Non vi sono al momento ulteriori informazioni sulle vittime e il loro coinvolgimento nell’operazione militare.
Israele ha colpito l’ultima volta la Siria il 24 febbraio scorso, poche ore prima che Mosca lanciasse il suo assalto all’Ucraina. In quell’occasione sono morti tre soldati siriani. Nel mirino vi sono le basi delle milizie iraniane e dei gruppi alleati a Teheran, in particolare lungo il confine del Golan, come i combattenti sciiti libanesi di Hezbollah. Sempre il mese scorso Israele avrebbe anche sparato missili terra-terra contro un punto di osservazione e un “edificio finanziario” vicino alla città di confine di Quneitra sulle alture siriane del Golan.
In passato Israele ha potuto compiere numerosi attacchi in territorio siriano e libanese, grazie al disco verde ricevuto dall’allora presidente Usa Donald Trump (e della Russia), che durante i quattro anni di mandato ha stretto una forte alleanza con il premier Benjamin Netanyahu. Solo in Siria, nel 2020 si sono registrate 50 operazioni contro obiettivi strategici secondo fonti istituzionali israeliane, che di rado ha confermato (o smentito) in via ufficiale. La situazione non è cambiata con il democratico Joe Biden alla Casa Bianca che sinora ha tollerato - se non autorizzato - le operazioni militari israeliane oltre-confine, proseguite con il nuovo governo Bennett subentrato nel giugno scorso al leader del Likud.
08/09/2017 08:58