Israele autorizza altre 3mila case per i coloni nei Territori occupati
È il quarto annuncio in due settimane, da quando Trump è presidente. Ma le colonie nei Territori occupati sono cresciute anche sotto Obama. Rendere impossibile la nascita di uno Stato palestinese
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Tremila nuove case per i coloni israeliani saranno costruite nella Giudea-Samaria (il termine che Israele usa per i Territori occupati palestinesi).
L’annuncio è stato dato ieri sera con una dichiarazione del ministero della difesa.
Questo è il quarto annuncio di nuove costruzioni dei coloni nella West Bank in meno di due settimane ad opera di Avigdor Lieberman, il ministro della difesa, e del premier Benjamin Netanyahu. I progetti sono stati lanciati dopo l’inaugurazione del mandato del presidente Usa Donald Trump.
Subito dopo l’inaugurazione e la promessa di un incontro fra Netanyahu e Trump, Israele ha dato il via alla costruzione di 566 case a Gerusalemme est e ha annunciato il progetto per 2500 case nei Territori occupati.
Forti dell’appoggio di Trump, che ha promesso perfino di spostare a Gerusalemme l’ambasciata americana che ora si trova a Tel Aviv, Israele sta affrettando la costruzione delle colonie nei Territori, un gesto considerato illegale dalla comunità internazionale.
Il programma di colonizzazione è vivo da molto tempo ed è cresciuto anche sotto la presidenza di Barack Obama. Ad oggi almeno 570mila cittadini israeliani vivono in oltre 130 insediamenti costruiti da Israele a partire dal 1967, data di inizio dell’occupazione.
Nel 2015 – quando Obama era presidente - almeno 15mila nuovi coloni si sono trasferitisi nella West Bank. Secondo l’organizzazione Peace Now nel 2016 l’amministrazione israeliana ha dato il via libera a 2.623 nuovi insediamenti. Fra questi vi sono 756 case abusive e “legalizzate” a posteriori.
Il piano di Israele sembra essere quello di distruggere una continuità territoriale nelle zone abitate dai palestinesi e rendere impossibile la nascita di uno Stato per loro.