12/12/2019, 08.53
ISRAELE
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Israele al voto il 2 marzo, terze elezioni politiche in meno di un anno

Con 94 voti favorevoli e nessuno contrario i deputati hanno approvato la mozione che ufficializza lo scioglimento del Parlamento. Confermata la situazione di incertezza e frammentazione all’intero del panorama politico. A nulla sono serviti gli appelli dell’ultima ora di Netanyahu e Gantz, appaiati nei sondaggi. 

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Israele andrà al voto il 2 marzo prossimo per le terze elezioni politiche in meno di un anno, a conferma di un clima di profonda incertezza e frammentazione nel Paese. A mezzanotte ora locale è scaduto infatti il termine ultimo per la formazione di una maggioranza parlamentare (61 seggi sui 120 totali della Knesset), dopo i due tentativi infruttuosi delle scorse settimane dei due principali rivali, Benjamin Netanyahu e Benny Gantz. 

Con 94 voti favorevoli e nessuno contrario, i deputati hanno approvato una mozione che ufficializza lo scioglimento del Parlamento e fissa la nuova data delle elezioni. Una decisione che giunge a poche ore dalla scadenza dell’ultimatum per la formazione di un esecutivo, frutto delle elezioni di settembre che hanno confermato la situazione di stallo.

Ad aprile il premier ad interim Netanyahu, leader del Likud, aveva vinto le elezioni ma non era riuscito a formare una maggioranza. Il successivo voto del 17 settembre aveva confermato lo stallo, che impedisce a uno dei due più importanti schieramenti di dare vita a un governo.

Netanyahu aveva offerto al rivale Gantz, della coalizione Blu Bianco, un esecutivo di unità e l’alternanza alla guida, avocandosi i primi due anni per sopravvivere a livello politico e scampare ai processi, in seguito all’incriminazione per corruzione. Proposta rifiutata dal leader centrista, in un contesto di profonda spaccatura attorno alla figura del premier.

Come capo del governo, Netanyahu non ha alcun obbligo legale di dimettersi in seguito ad un atto di accusa e, mentre è in carica, può chiedere l’immunità. Ricoprendo il ruolo ad interim, egli potrà rimanere in carica fino alla formazione di un nuovo governo, iter che può durare anche diversi mesi.

Nella serata del 10 dicembre Netanyahu e Gantz hanno affermato, senza troppa convinzione, il proposito di voler formare un governo di unità nazionale. Il leader centrista ha rilanciato gli sforzi del partito per “trovare il modo” di formare un esecutivo “senza rinnegare i principi” che ci hanno portato in politica. Il capo della destra ha invocato “serie discussioni” per la formazione di un esecutivo. Parole cadute nel vuoto.

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