Israele al voto, referendum su Netanyahu. Per i palestinesi è destra contro (estrema) destra
Stamane alle 7 si sono aperte le urne. Le operazioni di voto si concluderanno alle 22. Il Primo Ministro uscente alla ricerca del quinto mandato, record assoluto. Lo sfidante Benny Gantz punta sulla voglia di rinnovamento. Consigliere dell’Autorità palestinese: “Oggi in Israele non esiste la sinistra”.
Gerusalemme (AsiaNews) - Un referendum sulla persona e le politiche del Primo Ministro Benjamin Netanyahu che, a seconda del risultato, potrebbe modificare gli equilibri della regione mediorientale e ridisegnare alleanze e strategie. Le elezioni politiche in Israele, in programma oggi, sono caratterizzate dal confronto fra il premier uscente - in cerca del quinto mandato, un record - e il principale sfidante, l’ex capo delle Forze armate Benny Gantz. L’alto ufficiale, assieme all’ex ministro delle Finanze Yair Lapid, ha dato vita all’alleanza centrista Kahol Lavan (Blu Bianco) che potrebbe contendere la vittoria finale al Likud, finora beneficiario del sostegno dei religiosi.
Le urne si sono aperte questa mattina alle 7 ora locale e si chiuderanno alle 10 di sera (le 20 in Italia). Analisti ed esperti ritengono però improbabile che emerga fin dalle ore successive al voto un netto vincitore. Del resto nelle ultime tornate elettorali nessuno partito ha mai raggiunto una maggioranza schiacciante alla Knesset (il Parlamento israeliano, composto da 120 seggi).
Con tutta probabilità saranno necessari giorni, se non settimane, di intensi negoziati per delineare la coalizione vincente e avviare la formazione della prossima squadra di governo.
“Re Bibi”, come viene definito il 69enne leader del partito di destra Likud, ha condotto una campagna elettorale dai toni accesi; il premier uscente ha respinto al mittente le accuse di corruzione e frode e agitato la minaccia del pericolo esterno (in primis Iran), che egli solo - con l’aiuto di Trump - è in grado di sventare. Il 59enne rivale Benny Gantz ha cercato di smontare l’immagine di Netanyahu come garante della sicurezza nazionale. Per molti l’auspicio è che questo voto possa portare “facce nuove e aria fresca” nella classe dirigente del Paese.
Il 64enne ginecologo Yaron Zalel, del distretto elettorale di Rosh Ha’ayin a Tel Aviv, dice di aver votato con convinzione per il leader centrista Gantz. “Sono eccitato - racconta all’uscita dal seggio - perché credo che stiamo entrando in una nuova era, oggi stiamo per cambiare il governo”. “Netanyahu - prosegue - ha fatto molto per Israele, un sacco di cose buone. Ma è al potere da 13 anni ed è abbastanza”.
Diverso il parere di Avi Gur, 65enne docente all’università di Ariel, uno dei 600mila coloni che vive nei Territori occupati della Cisgiordania e Gerusalemme est. “Sono entusiasta, molto entusiasta. Spero che vinca la destra” sottolinea con convinzione. Il leader del Likud, aggiunge, “è stato il miglior Primo Ministro che [Israele] abbia mai avuto”. “"Siamo leader - conclude - nel settore dell’alta tecnologia, siamo leader nella sicurezza, stiamo guidando l’economia”.
Concluse le operazioni di voto, il presidente israeliano Reuven Rivlin avvierà il giro di consultazioni con i leader di ciascun partito che farà il suo ingresso alla Knesset. Egli sceglierà poi la persona cui affidare l’incarico di formare il nuovo governo.
Sullo sfondo, i palestinesi osservano con distacco un voto che, in sostanza, porterà pochi cambiamenti a prescindere dal vincitore. Nabil Shaath, consigliere di lungo corso del presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas, sottolinea che le differenze fra i vari schieramenti sono meno marcate rispetto al passato. “Vi era un tempo - racconta - in cui le elezioni erano molto importanti, perché vi era davvero più di un settore in campo per Israele. C’era una destra e una sinistra”. Oggi, conclude, “abbiamo una destra, poi una fazione ancora più a destra, l’estrema destra e, infine, una destra ancora più estrema. Oggi non esiste la sinistra in Israele”.
08/04/2019 08:52