Israele, con il Covid crescono del 315% le violenze domestiche contro donne
Lockdown prolungati e restrizioni hanno determinato un aumento dei reati nelle famiglie. Dai 688 casi del 2019 si è passati a 2853 del 2020. Gli omicidi da 17 a 26, almeno 13 commessi dal partner. Cresciute dell’11,6% le denunce per abusi e minacce nella coppia. Attivista Wizo: programmi di lungo periodo per “curare i disturbi post-traumatici”.
Gerusalemme (AsiaNews) - Nel 2020, primo anno della pandemia di Covid-19 caratterizzato da lockdown prolungati e pesanti restrizioni agli spostamenti, le violenze domestiche contro le donne in Israele sono aumentate del 315%. Un dato impressionante, ma simile a quello registrato in altre nazioni al mondo a conferma che la convivenza forzata fra le mura domestiche per contenere la diffusione del nuovo coronavirus ha innescato altre emergenze di natura sociale. Prima fra tutti, quella degli abusi consumati in famiglia che, nello Stato ebraico, sono passati da 688 casi nel 2019 a 2853 nel 2020, senza contare il sommerso o gli abusi non denunciati.
Le cifre sono contenute nel rapporto annuale pubblicato nei giorni scorsi dalla Women’s International Zionist Organisation (Wizo), basati su dati forniti da ministeri, agenzie governative, dall’ufficio del revisore statale, dalla polizia e dal dipartimento carcerario. Gli omicidi di donne in ambito familiare sono passati dai 17 del 2019 ai 26 dello scorso anno; di questi almeno 13 sono opera dei partner (mariti o compagni) e, in quattro casi, erano state presentare denunce per maltrattamento e abusi prima del compimento del delitto.
Inoltre, il 31,2% dei sospetti omicidi erano già noti alle forze dell’ordine. L’aumento delle violenze registrato lo scorso anno è confermato anche dalle chiamate al 118, il numero dedicato alle denunce, con un dato relativo alle telefonate che passa dalle 2286 del 2019 alle 5866 del 2020. Il rapporto è pubblicato alla vigilia dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra il 25 novembre, e riferisce di 20140 denunce raccolte dalla polizia per abusi e minacce all’interno della coppia, con un aumento dell’11,6% rispetto all’anno precedente.
“Ovunque la si guardi - sottolinea Rivka Neumann, responsabile Wizo - è come se qualcuno avesse appiccato un incendio”. Durante i lockdown imposti per contenere la diffusione del Covid-19, aggiunge, “donne e bambini si sono trovati intrappolati nelle abitazioni con una persona incline agli abusi”. Non vi erano “vie di uscita e non potevano nemmeno andare a scuola o al lavoro”. “Questa combinazione data dalla chiusura in casa delle persone e l’essere [a stretto contatto] con un uomo violento - afferma - è risultato in un aumento dei casi di violenze domestiche”.
Per l’attivista di Wizo questi numeri preoccupanti dovrebbero migliorare entro i prossimi anni con l’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, sebbene i danni causati dal 2020 avranno ripercussioni per gli anni a venire. Inoltre, le persone affette da disturbo da stress post-traumatico (Ptsd), richiederanno un ampio aiuto. “Il trauma è come una ferita - spiega a Ynet News - e se non te ne prendi cura, si infetterà e diffonderà”. “Chiedo al governo israeliano - conclude l’attivista - di guardare ai dati e tradurli in [programmi] a lungo termine perché abbiamo molte più famiglie che sono entrate nel ciclo della violenza e stiamo assistendo a nuovi tipi di disturbi complessi”.