24/01/2020, 15.46
INDONESIA
Invia ad un amico

Isola di Riau, cattolici in battaglia legale contro estremisti islamici per la costruzione della loro chiesa (Foto)

di Mathias Hariyadi

La chiesa di san Giuseppe, costruita nel 1928, necessita di restauro e ampliamento. All’origine ospitava 100 fedeli; ora i cattolici sono più di 700. Pur avendo tutti i permessi, uno sparuto gruppo di giovani islamici si oppone alla costruzione e minaccia azioni contro l’ordine pubblico. Per la prima volta, cattolici indonesiani denunciano le autorità locali per la loro incompetenza e incapacità ad assicurare i valori nazionali.

Jakarta (AsiaNews) – Personalità cattoliche hanno deciso una battaglia legale contro estremisti islamici per rivendicare il diritto di costruire una chiesa dedicata a san Giuseppe a Tanjung Balai Karimun, su un’isola di Riau, vicino a Sumatra. I fedeli, pur avendo tutti i permessi dell’autorità, hanno denunciato il capo distretto di Karimun che piegandosi agli estremisti, si è opposto al progetto di costruzione.

Così, forse per la prima volta, cattolici indonesiani hanno denunciato le autorità locali per la loro incompetenza e incapacità ad assicurare i valori nazionali che comprendono la libertà di religione e di espressione.

Il permesso legale

Ramesko Purba, portavoce della comunità cattolica di san Giuseppe a Karimun, ha confermato ieri ai media che essi hanno tutte le carte legali che approvano il progetto e che queste carte sono state emesse dalle autorità locali. Fra queste vi sono: il sostegno e la positiva raccomandazione dei capi del villaggio (lettera 650/TR-DISPUPR/V/74/2019, datata 24 Maggio 2019); l’IMB (Izin Mendirikan Bangunan) – le carte per la costruzione del progetto – a firma dell’autorità del distretto (documento 0386/DPMPTSP/IMB-81/2019, datato 2 Ottobre 2019).

Non appena è stato pubblicato l’IMB, alcuni musulmani locali radicali hanno denunciato la cosa, chiedendo di ritirarlo, in nome del pubblico interesse. Fra i propugnatori del ritiro vi sono persone come Abdul Latif, membro locale dell’opposizione. Latif è anche ex decano dell’università di Karimun.

“Il progetto di costruzione [della chiesa cattolica] – ha detto – non porta alcun beneficio alla popolazione di Karimun… Noi crediamo che il progetto non si realizzerà fino a che facciamo sentire la nostra pressione”. Latif ha anche minacciato manifestazioni, blocco del traffico e altri inconvenienti, senza meglio precisare. Egli ha concluso sottolineando che “il sito della costruzione si trova in centro a Karimun. Così è probabile che accadano molti ‘problemi’. Se il sito si muove altrove, allora va bene”.

La risposta della Chiesa

In una dichiarazione ufficiale, Ramesko Purba in quanto rappresentante della comunità di san Giuseppe, ha sottolineato che:

1. la prosecuzione del progetto è legale, dato che vi sono le raccomandazioni dei capi villaggio e l’IMB;

2. vi sono molte notizie e voci fabbricate apposta da estremisti musulmani locali presenti nel Fuib (United Islamic Society  Forum), fra cui che “il campanile della chiesa sarà molto più alto della residenza del capo del distretto di Karimun”. In realtà il campanile sarà solo 11,75 metri, più bassa della casa che è alta 12 metri.

Purba fa notare il profondo rispetto verso la comunità islamica: “Come abbiamo spiegato a tutti i responsabili di Karimun, all’esterno dell’edificio sacro non ci sarà nessun simbolo o ornamento: nessuna croce, né statua, né immagine di Maria sarà esposta in pubblico all’esterno della chiesa”.

Questa scelta – egli spiega – è presa controvoglia perché renderà l’edificio “simile a una palestra o a una sala convegni”. Comunque, “noi accettiamo questa richiesta per minimizzare la protesta. Questa è davvero una prova di umiltà per la chiesa”.

Maggioranza musulmana e minoranza cristiana

La dichiarazione pubblica spiega poi che nella città esisteva già la chiesa cattolica di san Giuseppe, costruita nel 1928 e consacrata nel 1935, anni prima che l’Indonesia esistesse come Paese indipendente e decenni prima che la casa del capo di distretto di Karimun fosse costruita.

“Quello che vogliamo fare – si spiega – non è costruire una nuova chiesa, ma restaurare l’edificio così che abbia una capienza adeguata. Se continuiamo le nostre liturgie e adorazioni [nella vecchia chiesa] ci potrebbero essere pericoli potenziali dato che la costruzione è già molto vecchia. La capienza originale di questa chiesa nel 1935 era di sole 100 persone. Oggi noi abbiamo più di 700 cattolici. Durante tempi forti come Natale e Pasqua, centinaia di fedeli sono costretti pazientemente a stare in piedi fuori dell’edificio. Se ci sono forti piogge improvvise essi si disperdono facilmente”.

Nella città di Karimun – che comprende 4 sub-distretti – vi è solo una chiesa cattolica in centro città e una cappella nella periferia di Tebing. Il numero totale dei cattolici dei 4 sub-distretti ha già raggiunto la cifra di 1800 persone.

Il contributo cattolico alla pace sociale

A differenza di quanto afferma Abdul Latif, la comunità cristiana non ha mai creato “problemi” alla popolazione locale. Al contrario, essa offre un contributo importante per lo sviluppo della gente.

“Per diversi anni – afferma la dichiarazione – dobbiamo riconoscere che abbiamo tenuto un profilo basso e ci siamo sottomessi alle pressioni sociali. Ma su questo punto fondamentale non faremo più così. Il cattolicesimo è una religione che promuove la pace a la tolleranza sociale in modo attivo, come lo testimonia il pontefice, una figura internazionale che promuove la pace e l’amore. Questo è il nostro modo di vivere, riconosciuto in tutto il mondo”.

Critiche al capo distretto

Gli estremisti musulmani hanno promesso di continuare a manifestare se entro oggi non si revoca l’IMB.

“Noi siamo convinti – dice la dichiarazione – che le forze di sicurezza non obbediranno alle loro richieste. L’Indonesia è un Paese con stato di diritto”.

“Noi critichiamo l’autorità del distretto di Karimun, che sembra sottomessa alle pretese dei dimostranti. L’autorità locale sembra aver fatto un passo indietro dal suo precedente impegno, quando ha chiesto di interrompere la costruzione della chiesa per tre mesi: questo significa fino al 25 gennaio 2020”.

“Il capo distretto di Karimun – continua – ha mostrato lentezza e pigrizia nel contrastare gli attacchi degli oppositori, costituita da non più di 20 persone, tutte minorenni”.

Parlando oggi ad AsiaNews, mons. Sunarka Ofm, arcivescovo della diocesi di Pangkalpinang, ha dato pieno sostegno alla posizione espressa dalle personalità cattoliche sul tema scottante del nuovo edificio sacro.

La diocesi di Pangkalpinang si trova nell’isola di Bangka e copre due province: Bangka-Belitung e Riau Islands, più il distretto di Indragiri Hilir nella provincia di Riau.

 

Photo credit by St. Joseph Parish Church in Karimun

St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
St. Joseph Church in Karimun
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Dopo 60 anni, inaugurata oggi la chiesa di santa Teresa in Central Java
01/10/2010
Una chiesa cattolica gonfiabile dalla Polonia alla Russia
27/08/2011
Isola di Iranaitheevu: tamil cattolici accampati nella vecchia chiesa, in attesa delle case (Foto)
08/05/2018 14:19
L’arcidiocesi di Jakarta celebra la famiglia, ‘prima chiesa’ per i cattolici
15/06/2017 11:57
Pluralisti contro identitari: Negli ‘Anni della politica’, il Paese è diviso
09/02/2018 13:16


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”