Islamabad sommersa dai debiti (non solo dalle inondazioni)
Oltre a più di 1.500 morti, le alluvioni hanno lasciato danni per 30 miliardi di dollari. Servono prestiti dall’estero per far fronte alle necessità energetiche e importare generi alimentari. Il problema dei debiti da 30 miliardi di dollari da pagare alla Cina. l’ombra di Imran Khan sul governo di Shehbaz Sharif.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Le recenti inondazioni che hanno provocato più di 1.500 morti e devastato intere aree del Paese sommergeranno ancor più di debiti il Pakistan. Insieme al pagamento delle importazioni di materie prime e cibo, quello di rispettare le scadenze debitorie con i creditori stranieri è il principale problema del governo.
L’esecutivo nazionale si trova ad affrontare la tempesta perfetta. L’economia locale è in difficoltà da anni, spesso soccorsa dalle istituzioni multilaterali internazionali. Pandemia, guerra in Ucraina e shock delle forniture energetiche hanno aggravato una situazione già molto grave: le alluvioni sembrano aver dato il colpo di grazia.
Il Pakistan si ritrova con le riserve di valuta estera ridotte ai minimi, la moneta locale in caduta libera e un’inflazione galoppante. Prima delle inondazioni di agosto, secondo la Banca centrale servivano 33,5 miliardi di dollari in prestiti dall’estero. Ne occorreranno altri: i primi calcoli dicono che le alluvioni hanno provocato danni per oltre 30 miliardi di dollari.
Nonostante gli aiuti stanziati dal Fondo monetario internazionale, il Paese ha riserve di valuta straniera che coprono solo un mese di importazioni. Analisti osservano che il debole governo di Shehbaz Sharif dovrà negoziare in primo luogo accordi per ristrutturare il proprio debito estero.
Un problema sarà trattare con i cinesi, che vantano verso Islamabad crediti per 30 miliardi di dollari. Tutto questo mentre Sharif è incalzato politicamente dal suo predecessore Imran Khan, che rimane popolare nel Paese.
27/10/2022 11:33