Islamabad e Delhi scambiano prigionieri nonostante le tensioni sul Kashmir
Gesto di buona volontà e distensione che si ripete dal 1991 all'inizio di ogni anno in forza dell'accordo per prevenire gli attacchi alle installazioni nucleari, che vede le due diplomazie scambiarsi le coordinate di questi siti su una delle frontiere più calde del mondo. Le persone liberate sono in gran parte pescatori bloccati perché al lavoro fuori dalle proprie aree territoriali.
Islamabad (AsiaNews) - India e Pakistan continuano a mantenere una forte presenza militare ai propri confini e un atteggiamento belligerante che alimenta la condizione di instabilità una delle frontiere più “calde” al mondo: una linea di armistizio tra due potenze nucleari che in buona parte di snoda attraverso la regione del Kashmir. Nonostante le tensioni locali e globali, i due Paesi divisi dal 15 agosto 1947 continuano però a conservare e rispettare un framework essenziale di contatti e di accordi. Tra questi il patto che proibisce di attaccare le reciproche strutture nucleari firmato il 31 dicembre 1988 e in vigore dal 27 gennaio 1991.
L’Agreement on the prohibition of Attack against Nuclear Installation and Facilities between India and Pakistan, è un accordo che include lo scambio di elenchi delle strutture nucleari belliche ma anche - come segno di buona volontà e distensione - lo scambio di prigionieri civili. In maggioranza si tratta di pescatori sorpresi a operare nelle rispettive acque territoriali o appena all’esterno di esse, la cui sorte è anche dettata dalle contingenze nei rapporti fra i due Paesi.
IL 1 gennaio l’iniziativa si è rinnovata anche quest’anno, come avviene ormai dal 1991, attraverso i canali diplomatici di New Delhi e Islamabad. “India e Pakistan hanno scambiato oggi simultaneamente l’elenco delle installazioni e strutture indicate nell’accordo sulla proibizione di attacchi contro installazioni e strutture”, ha confermato il ministero degli Affari esteri pachistano. Ed è significativo che questo passo sia avvenuto anche in una fase che vede rapporti piuttosto tesi tra i due Paesi, derivanti sia dal persistere della instabilità nel Kashmir, sia da attività di carattere terroristico con base in territorio pachistano con conseguente risposta militare e repressiva indiana nei territori sotto il suo controllo nel Kashmir diviso e conteso.
In base all’Accordo bilaterale sull’Accesso consolare 2008 che prevede un aggiornamento della situazione il primo gennaio e il primo luglio di ogni anno, da parte pachistana nell’ultimo decennio sarebbero stati 2.639 i pescatori o civili indiani a vario titolo imprigionati e rimpatriati verso l’India, di cui 478 pescatori e 13 civili quest’anno.
Non sempre però le liste proposte coincidono nelle categorizzazioni e nei numeri. Quest’anno l’India ha condiviso i nomi di 81 pescatori e 381 prigionieri civili pachistani sotto custodia (di cui 76 in attesa della conferma della loro nazionalità da parte di Islamabad). Ha inoltre segnalato la consegna di un elenco di 217 pescatori e 49 civili di nazionalità indiana detenuti in Pakistan, oltre ad altri 183 individui che hanno completato la pena detentiva ma non sono ancora rientrati e 18 che - sempre secondo fonti indiane - non avrebbero al momento avuto accesso all’assistenza consolare.
Foto: Flickr / Garima
23/06/2021 12:12