Islamabad cancella il ministero per le Minoranze. Rischio impunità per l’omicidio Bhatti
di Jibran Khan
Il capo del Comitato di inchiesta sulla morte del ministro cattolico vuole chiudere il caso per mancanza di elementi. La polizia di Islamabad punta il dito contro talebani e al Qaeda. La riforma federale porta alla cancellazione del ministero tenuto da Bhatti. Netturbino cristiano ucciso da un commerciante musulmano.
Islamabad (AsiaNews) – L’omicidio di Shahbaz Bhatti, ministro cattolico per le Minoranze assassinato il 2 marzo scorso a Islamabad, rischia di rimanere impunito. Gli inquirenti sono divisi sull’ipotesi di chiudere il caso, mentre una parte della polizia punta il dito contro i talebani e al Qaeda, dopo il tentativo nei giorni scorsi di derubricare la vicenda a “problematiche interne” ai cristiani. Intanto il governo ha disposto la cancellazione del ministero federale per le Minoranze, declassandolo al rango di dipartimento provinciale, in un Paese in cui i cristiani continuano a morire per abusi o vendette personali.
Il funzionario di polizia Tahir Alam, capo del Comitato di inchiesta per l’omicidio Bhatti, ha chiesto l’archiviazione per mancanza di prove e di indiziati. Dopo aver interrogato 519 sospetti fra cui Mumtaz Qadri – assassino dell’ex governatore del Punjab Salman Taseer – egli ha spiegato che non vi sono elementi per risalire ai colpevoli. Il giudice ha inoltre firmato la scarcerazione di Muhammad Hafiz Nazar, arrestato nei giorni scorsi in circostanze sospette; il suo fermo è parso più un tentativo di sviare le tracce e declassare l’omicidio Bhatti a “problematiche interne” alla comunità cristiana.
Invece l’ispettore generale della polizia di Islamabad, sostenuto dal ministero degli Interni, punta il dito contro i talebani e l’ala fondamentalista legata ad al Qaeda. Dietro la morte di Shahbaz Bhatti vi sarebbe stata la mano di Ilyas Kashmiri e della sua “Brigata 313”. Egli è autore di diversi attacchi contro obiettivi sensibili in tutto il Paese e sarebbe morto circa due settimane fa in un raid dei droni statunitensi. Secondo il funzionario di polizia vi sarebbero “ragioni” sufficienti per credere che il gruppo estremista abbia operato per la morte del ministro cattolico.
Intanto il governo di Islamabad, in un piano più ampio di decentramento dei dicasteri, ha approvato la cancellazione del ministero federale, che da oggi viene declassato al rango provinciale. Per l’esecutivo la riforma federale è un “passo storico”, nel tentativo di dare ulteriore potere agli organi amministrativi locali. Tuttavia, esso rappresenta un nuovo segnale del clima di indifferenza e abbandono che vige in Pakistan, dove i cristiani continuano a morire per i motivi più futili e banali.
L’ultimo omicidio risale al 21 giugno: un impiegato comunale di Lahore, addetto alla pulizia delle strade, è stato accoltellato a morte da un negoziante musulmano. A scatenare la furia omicida di Muhammad Ilyas, che ha colpito più volte il 40enne e padre di quattro figli Abas Masih, il fatto che il netturbino non abbia risposto all’ordine di sgombrare l’immondizia dall’area antistante l’attività commerciale. In un primo momento le autorità della città hanno cercato di bloccare denuncia e inchiesta; infine, dietro pressioni della comunità locale, la polizia ha aperto un fascicolo e arrestato Muhammad Ilyas.
Il funzionario di polizia Tahir Alam, capo del Comitato di inchiesta per l’omicidio Bhatti, ha chiesto l’archiviazione per mancanza di prove e di indiziati. Dopo aver interrogato 519 sospetti fra cui Mumtaz Qadri – assassino dell’ex governatore del Punjab Salman Taseer – egli ha spiegato che non vi sono elementi per risalire ai colpevoli. Il giudice ha inoltre firmato la scarcerazione di Muhammad Hafiz Nazar, arrestato nei giorni scorsi in circostanze sospette; il suo fermo è parso più un tentativo di sviare le tracce e declassare l’omicidio Bhatti a “problematiche interne” alla comunità cristiana.
Invece l’ispettore generale della polizia di Islamabad, sostenuto dal ministero degli Interni, punta il dito contro i talebani e l’ala fondamentalista legata ad al Qaeda. Dietro la morte di Shahbaz Bhatti vi sarebbe stata la mano di Ilyas Kashmiri e della sua “Brigata 313”. Egli è autore di diversi attacchi contro obiettivi sensibili in tutto il Paese e sarebbe morto circa due settimane fa in un raid dei droni statunitensi. Secondo il funzionario di polizia vi sarebbero “ragioni” sufficienti per credere che il gruppo estremista abbia operato per la morte del ministro cattolico.
Intanto il governo di Islamabad, in un piano più ampio di decentramento dei dicasteri, ha approvato la cancellazione del ministero federale, che da oggi viene declassato al rango provinciale. Per l’esecutivo la riforma federale è un “passo storico”, nel tentativo di dare ulteriore potere agli organi amministrativi locali. Tuttavia, esso rappresenta un nuovo segnale del clima di indifferenza e abbandono che vige in Pakistan, dove i cristiani continuano a morire per i motivi più futili e banali.
L’ultimo omicidio risale al 21 giugno: un impiegato comunale di Lahore, addetto alla pulizia delle strade, è stato accoltellato a morte da un negoziante musulmano. A scatenare la furia omicida di Muhammad Ilyas, che ha colpito più volte il 40enne e padre di quattro figli Abas Masih, il fatto che il netturbino non abbia risposto all’ordine di sgombrare l’immondizia dall’area antistante l’attività commerciale. In un primo momento le autorità della città hanno cercato di bloccare denuncia e inchiesta; infine, dietro pressioni della comunità locale, la polizia ha aperto un fascicolo e arrestato Muhammad Ilyas.
Vedi anche
Chiesa pakistana: non chiamateci ‘minoranza’
13/08/2019 11:28
13/08/2019 11:28