Islam, vignette e Maometto: musulmani in piazza contro la Francia e Macron
Dal Libano a Gerusalemme, dalla Striscia di Gaza al Pakistan decine di migliaia di persone hanno manifestato al termine della preghiera del venerdì. A Beirut in centinaia hanno cercato di assaltare l’ambasciata di Parigi, scene analoghe si sono registrate a Islamabad. Fra le poche voci concilianti quella del ministro egiziano per gli Affari religiosi.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Decine di migliaia di musulmani, dal Pakistan al Libano passando per i Territori palestinesi, sono scesi in piazza ieri al termine della preghiera del venerdì per protestare contro la Francia e il suo presidente Emmanuel Macron. Un nuovo capitolo dello scontro che vede opposte le frange più radicali, ma non solo, dell’islam e dei suoi “protettori” a livello politico e istituzionale, in primis il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, e il capo dell’Eliseo che vuole difendere la libertà di satira e di pensiero. Una contrapposizione innescata dopo la ri-pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto da parte del settimanale “Charlie Hebdo” e sfociata in una scia di sangue, fra cui la decapitazione dell'insegnante di storia Samuel Paty e l’uccisione di tre persone nella cattedrale di Nizza il 29 ottobre scorso.
Centinaia di persone hanno manifestato a Beirut, diretti verso Palais des Pins sede dell’ambasciata francese in Libano. Agenti e membri della sicurezza in assetto anti-sommossa hanno sbarrato la strada e allestito un cordone attorno alla rappresentanza diplomatica. Sventolando bandiere nere e bianche con i simboli dell’islam radicale, attivisti legati ai movimenti sunniti hanno urlato “Al tuo servizio, profeta di Dio”. Una parte ha lanciato pietre e sassi verso i poliziotti, che hanno risposto esplodendo gas lacrimogeni.
A Gerusalemme centinaia di palestinesi hanno protestato contro Macron all’esterno della moschea di Al-Aqsa, il terzo sito per importanza dell’islam, cantando “Con le nostre anime e il nostro sangue, ci sacrifichiamo per il nostro profeta Maometto”. Alcuni giovani si sono scontrati con la polizia nella Città Vecchia, tre le persone arrestate. Nella Striscia di Gaza Hamas ha organizzato manifestazioni contro la Francia all’esterno delle moschee sparse per il territorio.
In Iran è intervenuto lo stesso leader supremo, il grande ayatollah Ali Khamenei, che ha attaccato il capo dell’Eliseo. Per il capo spirituale dell’islam sciita la difesa che Macron fa delle controverse vignette è “un atto stupido” e un “insulto” nei confronti di quanti hanno votato per lui.
Le manifestazioni a Islamabad, capitale del Pakistan, hanno assunto una deriva violenta quando circa 2mila persone hanno cercato di assaltare l’ambasciata francese e sono state respinte dalla polizia a colpi di gas lacrimogeno e bastoni, con diversi feriti. A Lahore almeno 10mila fedeli hanno raccolto l’appello lanciato dal movimento islamico radicale Tehreek-e-Labbaik in occasione della festa per la nascita di Maometto, il Mawlid, intonando slogan e canti contro Parigi. Un leader religioso locale ha urlato “C’è solo una punizione per la blasfemia” e la folla ha risposto urlando “decapitazione, decapitazione”. Nel Multan i dimostranti hanno bruciato immagini di Macron.
Grida e urla di “morte alla Francia” hanno contraddistinto la manifestazione che si svolta per le strade di Kabul, capitale dell’Afghanistan, e in molte altre province del Paese. I dimostranti hanno invocato la chiusura dell’ambasciata transalpina, il bando dei prodotti e delle importazioni dalla Francia e il divieto di ingresso per i suoi cittadini.
Fra le poche voci concilianti vi è quella del ministro per gli Affari religiosi in Egitto, che in un sermone rilanciato ieri dalla tv di Stato ha denunciato ogni forma di risposta violenta alla pubblicazione delle vignette su Maometto. “L’amore per il nostro profeta - ha sottolineato Mohamed Mokhtar Gomaa rivolgendosi alla folla presente alla moschea di Daqahleya - non può essere manifestato attraverso l’omicidio, il sabotaggio, e non si risponde al male con il male”.