Iraq: "al sicuro" le 46 infermiere indiane, ma nelle mani delle milizie sunnite
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - Le 46 infermiere indiane intrappolate in Iraq "sono al sicuro", ma ancora bloccate a Tikrit, città dove infiamma lo scontro tra le milizie sunnite e l'esercito sciita. A confermarlo al Times of India è il fratello di una delle donne, che questa mattina è stato contattato telefonicamente dalla sorella. L'infermiera, il cui nome è Jency James, ha raccontato che nella notte di ieri ci sono stati momenti di grave tensione presso il Tikrit Teaching Hospital, dove si trovano dall'inizio di giugno.
"Quando ci siamo sentiti - riferisce il fratello Bony James - tutte le sue compagne dormivano, perché la notte scorsa erano rimaste sveglie per via degli scontri tra i ribelli e le forze irachene. I militanti sono entrati nell'ospedale e hanno preso il controllo. Sono stati cortesi con le infermiere, hanno detto che erano al sicuro e che non avrebbero fatto loro del male".
Contattata dalla Bbc, Marina Jose - un'altra infermiera - ha riferito che i miliziani hanno chiesto loro di spostarsi nel pianoterra dell'edificio, dove si trovano le cucine, per questioni di sicurezza. La donna ha riferito di "avere paura".
Intanto, l'evacuazione delle 46 donne è ancora in una fase di stallo: le strade che portano ai vicini aeroporti di Baghdad ed Erbil sono ancora zone di scontro tra l'esercito iracheno e i miliziani sunniti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis, jihadista).
Tuttavia, alcune infermiere sono combattute tra il desiderio di tornare in India e la necessità di restare in Iraq. Molte di loro infatti hanno chiesto dei prestiti per potersi trasferire nel Paese islamico, e affermano di poterlo restituire solo grazie agli alti salari che guadagnano in Iraq.