Iraq, il curdo Barham Salih è il nuovo presidente. Chiesa caldea: Moderato, garante di unità
Esponente dell’Unione patriottica curda, a 58 anni è considerato un leader politico di lungo corso e figura moderata. Patriarca Sako: Impegno alla “vera riconciliazione” per superare tensioni e controversie. Mons. Yaldo: Una personalità autorevole e fonte di speranza; la cittadinanza come elemento fondante del Paese.
Baghdad (AsiaNews) - Con l’invito “a servire tutti gli irakeni” e costruire “uno Stato civile forte” e capace di “affrontare le numerose sfide”, il patriarca caldeo card. Louis Raphael Sako ha “accolto con grande piacere” l’elezione del leader moderato curdo Barham Salih a presidente dell’Iraq. Nel messaggio rivolto al neo capo di Stato, e inviato per conoscenza ad AsiaNews, il porporato auspica un grande impegno “verso una vera riconciliazione” all’interno delle istituzioni e nel Paese, mettendo da parte “controversie e tensioni”.
La nomina di Salih è giunta ieri al termine di una seduta parlamentare che ha decretato il successo del candidato dell’Unione patriottica del Kurdistan (Puk), che ha sbaragliato la concorrenza del principale rivale del Partito democratico del Kurdistan (Kdp). Egli ha ottenuto 219 voti favorevoli contro i 22 appannaggio di Fuad Hussein. A conclusione del giuramento, il neo presidente ha promesso di “salvaguardare l’unità e la sicurezza dell’Iraq”.
Dalla caduta del regime di Saddam Hussein la carica di capo dello Stato è assegnata per consuetudine a un leader curdo e ha una valenza più onorifica e cerimoniale, che politica. Al presidente della Repubblica spetta, entro 15 giorni dall’elezione, il compito di nominare un premier incaricato per la formazione del nuovo governo.
Tuttavia, a poche ore dal voto Salih ha già affidato l’incarico ad Adel Abdul Mahdi, ex ministro dell’Interno e del Petrolio, considerato dagli esperti un premier di compromesso ben visto sia da Stato Uniti che dall’Iran. Il suo nome era stato segnalato nei mesi scorsi dal leader radicale sciita Moqtada al-Sadr, la cui coalizione era uscita vincitrice - ma senza la maggioranza assoluta - dalle elezioni politiche del maggio scorso.
Il 58enne politico curdo Barham Salih è considerato un moderato e, in passato, ha ricoperto la carica di Primo Ministro della regione autonoma del Kurdistan. Alle spalle studi di ingegneria in Gran Bretagna e costretto all’esilio ai tempi di Saddam Hussein, egli ha militato per quasi tutta la carriera politica fra le fila dell’Unione patriottica Puk.
Sulla scelta del capo di Stato si sono registrate nelle scorse settimane tensioni e contrasti fra i due più importanti partiti curdi, il Puk e il Kdp di Massound Barzani, specchio delle profonde divisioni che caratterizzano la comunità curda e che sono divampate in tutta la loro portata lo scorso anno nel referendum per l'indipendenza. Al neo capo di Stato il compito di rincoliare i curdi al loro interno e nel tessuto socio-politico del Paese.
Per l’ausiliare di Baghdad e braccio destro del patriarca Sako mons. Basilio Yaldo la scelta di Salih è elemento di “speranza” perché si tratta di un “politico di lungo corso, sebbene di giovane età per le cariche ricoperte, è capace ed equilibrato”. Interpellato da AsiaNews il prelato lo descrive come una figura “moderata e garante di unità”, un elemento fondamentale sul quale basare la rinascita del Paese. E come il patriarca Sako, aggiunge, anche il neo presidente “insiste molto sull’elemento della cittadinanza, e non della fede religiosa o dell’etnia, come elemento fondante della nazione e della società irakena”.
Salih ha fatto parte del governo ad interim dopo la caduta di Saddam e ha ricoperto la carica di vice Primo Ministro ai tempi del governo di Nouri Maliki, ricorda mons. Yaldo. “Sarà un buon presidente - conclude il prelato - perché ha grande esperienza ed è conosciuto e apprezzato a livello internazionale. Con lui abbiamo instaurato buoni rapporti e nutre un grande affetto personale verso di noi e il patriarca Sako”.
25/01/2020 12:33
09/07/2021 08:51