18/01/2025, 10.30
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Iran, crisi medicine: mancano farmaci per malattie croniche e cure di base

I farmacisti della capitale “consigliano” di non ammalarsi o di attuare misure preventive come ai tempi del Covid-19, come mascherine e distanziamento. A svuotare gli scaffali sono le sanzioni occidentali e criticità nella produzione interna. Per il ministro della Sanità non vi sono emergenze e annuncia l’eliminazione delle tariffe speciali in valuta estera.

Teheran (AsiaNews) - “Il solo consiglio che mi sento di dare ai cittadini è di evitare di ammalarsi perché, per farla breve, non abbiamo medicine per curavi”. Nelle parole di Hossein Behmanesh, farmacista di Teheran intervistato dal sito IranWire, emerge il quadro della durissima crisi economica e sociale attraversata dall’Iran. Da qui l’invito, come nelle prime fasi della pandemia di Covid-19 quando non vi erano vaccini o cure a contrastare il virus, ad attuare “misure preventive fra le quali indossare mascherine ed evitare i luoghi affollati. Prendetevi cura di voi - avverte Behmanesh - perché non possiamo aiutarvi”.

La Repubblica islamica, al centro delle cronache per l’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala rinchiusa per oltre tre settimane nel carcere di Evin alla periferia della capitale e da tempo nel mirino di Stati Uniti e Israele, sta sperimentando una diffusa carenza di medicine. Un’emergenza che riguarda diverse province in cui si segnalano la mancanza tanto di farmaci comuni, come di trattamenti specializzati per patologie croniche come diabete, emofilia, cancro e sclerosi multipla. A svuotare gli scaffali non è solo il blocco di rifornimenti dall’esterno dovuto alle durissime sanzioni occidentali contro il regime degli ayatollah, perché si registrano criticità pure nella produzione interna con scorte pressoché azzerate in aree come il Sistan e Baluchistan, Khuzestan e Isfahan.

Le attuali carenze riflettono i problemi di approvvigionamento, ma la crisi del settore è iniziata nel 2022, quando l’amministrazione dell’allora presidente Ebrahim Raisi ha eliminato il tasso di cambio di 42mila rial sul dollaro Usa fissato per l’importazione di medicinali. Secondo uno studio del Centro di ricerca parlamentare iraniano, il comparto farmaceutico ha subito il secondo peggior calo tra tutte le industrie, superato solo dal legno e dalla carta, con un meno 2,6% in primavera e 18,5% in estate. Jafar Qaempanah, capo dell’ufficio presidenziale, riferisce inoltre di un crollo del 30% nella produzione complessiva di farmaci e una fuga all’estero di specialisti che abbandonano le aziende del Paese. Nell’anno appena concluso, ai problemi interni alla filiera si sovrappone la diminuzione del 13,6% delle importazioni di farmaci, come rivelano i dati doganali. 

Il tracollo economico della Repubblica islamica è testimoniato anche dal rial, la moneta locale, che ha perso il 35% del valore in sei mesi; inoltre, il governo ha dovuto imporre blocchi a scuole, uffici, industrie per la crisi energetica legata all’embargo. Negli ultimi giorni del 2024 imponenti manifestazioni si sono registrate nel più importante bazar della capitale: il 29 dicembre numerosi commercianti hanno scioperato per protestare contro gli aumenti dei prezzi e dei tassi di cambio. I dimostranti puntano il dito contro la carenza di materie prime, la grave stagnazione causata da prezzi esorbitanti, mancanza di liquidità sul mercato e tasse che prosciugano le già misere risorse.

Behmanesh ha condiviso la propria esperienza diretta in tema di carenza di farmaci per la sclerosi multipla, affermando: “Per oltre sei mesi, nessun medicinale all’estero è stato distribuito alle farmacie. Anche le alternative di produzione nazionale sono difficili da trovare”. E guardando al fronte interno, egli ha quindi avvertito che “come farmacista, la qualità dei medicinali di produzione iraniana, soprattutto per malattie croniche, è di molto inferiore rispetto a quelli stranieri. Questo ha danneggiato i pazienti che sono costretti a fare affidamento sui farmaci nazionali”. Al riguardo, il ricercatore ed esperto di industria farmaceutica Mohammadreza Danesh aggiunge: “Data la carenza di materie prime importate, è prevedibile che i materiali di alta qualità non siano disponibili per le poche aziende farmaceutiche che ancora operano in Iran… e la crisi valutaria ha esacerbato questo problema”. A dispetto degli allarmi, il ministro della Sanità Mohammadreza Zafarghandi nega la crisi e annuncia che le tariffe speciali in valuta estera per i farmaci saranno completamente eliminate nell’anno da poco iniziato. 

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