Iran, almeno 10 morti in un duplice attacco. Dubbi sulla matrice
Fra le vittime una donna, due bambini e ufficiali di polizia. I “terroristi armati” hanno colpito nel Khuzestan e a Isfahan. Alla vigilia dei mondiali l’allenatore della squadra iraniana lascia “libertà di protesta”. Nonostante le pressioni governative convocato anche un giocatore che ha espresso sostegno ai manifestanti.
Teheran (AsiaNews) - Ancora sangue versato in Iran, dove sono ormai entrate nel terzo mese le proteste di piazza per la morte della 22enne curda Mahsa Amini per mano della polizia della morale a metà settembre. Almeno 10 persone, tra cui una donna e due bambini, insieme a un ufficiale di polizia, sono state uccise ieri in due diversi attacchi sferrati da ignoti assalitori nel Khuzestan e a Isfahan, come riferiscono fonti ospedaliere rilanciate dai media.
A Izeh, nella provincia sud-occidentale del Khuzestan, alcuni “terroristi armati” a bordo di due motociclette hanno aperto il fuoco in un mercato dove erano riuniti manifestanti e Forze dell’ordine, causando cinque morti e 10 feriti. Fonti dell’ospedale Jondi-Chapour ad Ahvaz aggiungono che “altri due feriti sono deceduti questa mattina all’alba, portando il bilancio complessivo a sette vittime e otto feriti”.
Fra i morti vi sono anche una donna di 45 anni e due minori di 9 e di 13 anni.
Commentando l’attacco, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha dato ordine alle autorità di “agire prontamente per identificare gli autori dell’attacco e consegnarli alla giustizia per essere puniti”. Tuttavia, quattro ore più tardi a Isfahan, nel centro dell’Iran, due aggressori ancora a bordo di una moto hanno aperto il fuoco con armi automatiche contro agenti della sicurezza, uccidendo un ufficiali di polizia e due paramilitari (Basji); altri sette agenti sono rimasti feriti.
Il 26 ottobre almeno 13 persone erano state uccise a Shiraz in un attentato rivendicato dallo Stato islamico (SI, ex Isis) nel principale santuario sciita nel sud del Paese.
Intanto, in previsione dei mondiali in Qatar che iniziano il 20 novembre l’allenatore della nazionale - sulla cui partecipazione erano emersi dubbi nelle scorse settimane, con voci di esclusione per la repressione violenta delle proteste pro-Amini - lascia “libertà di protesta”. Nella conferenza stampa tenuta ieri a Doha il mister Carlos Queiroz ha affermato che “tutti hanno il diritto di esprimersi” portando come esempio il fatto che “c’è chi si inginocchia prima di una partita e chi no”, nella Repubblica islamica “è esattamente lo stesso”.
Questa “libertà di coscienza” sembrerebbe riflettersi anche nella compagine, perché fra i convocati alla rassegna iridata vi è anche il 27enne fantasista del Bayer Leverkusen Sardar Azmoun, che si è espresso più volte a favore della protesta esaltando il “coraggio delle donne iraniane”. Secondo alcune fonti di stampa, il commissario tecnico portoghese avrebbe ricevuto delle pressioni dal ministero iraniano dello Sport che avrebbe manovrato per lasciare a casa il giocatore.