Intelligence già al lavoro per individuare possibili contestatori durante le Olimpiadi
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il servizio di intelligence cinese sta compilando la lista di possibili contestatori e attivisti per i diritti umani da tenere sotto controllo in vista delle Olimpiadi di Pechino dell’agosto 2008. Con uno stretto controllo sin da ora, il governo vuole evitare qualsiasi contestazione pubblica quando per alcune settimane l’intero mondo guarderà la Cina e ogni protesta avrebbe un grande risalto mediatico, con grave imbarazzo per il Paese, il Comitato Olimpico Internazionale e gli sponsor.
Massima allerta contro il terrorismo e per paura di attentati di estremismi islamici. Ma sotto controllo anche chi protesta per i diritti umani ed economici, come i tibetani infuriati per l’invasione cinese del loro Paese, i contadini che hanno subito confische inique della terra, i membri del Falun Gong (gruppo spirituale perseguitato in Cina), persino i lavoratori disoccupati.
La preoccupazione di Pechino è aumentata negli ultimi mesi, quando numerosi gruppi esteri hanno iniziato campagne pubbliche per la protezione dei diritti dei lavoratori, specie di quelli coinvolti nella preparazione dei Giochi. E’ stato denunciato che i gadget di alcune grandi ditte occidentali sono stati preparati da bambini malpagati e fatti vivere in fabbrica.
La lista comprende cristiani evangelici, attivisti per la fine del massacro del Darfur, ambientalisti che si battono contro il crescente inquinamento. Fra l’altro, molte personalità e gruppi esteri hanno chiesto a Pechino di esercitare la propria influenza sul governo del Sudan per fermare il genocidio nel Darfur, minacciando altrimenti di boicottare i Giochi. Anche se questa minaccia non appare attuabile, è alto il timore di proteste pubbliche durante i Giochi. Proteste che, a loro volta, potrebbero innescare le rivendicazioni di altri gruppi interni insoddisfatti.
Ma la preoccupazione per proteste e per una pubblicità negativa colpisce anche sponsor della manifestazione. Scott Kronick, presidente dell’Ogilvy Public Relations Worldwidea China che lavora sul problema, tra i clienti ha anche la Adidas, sponsor dei Giochi.