Intellettuali ucraini solidali con la popolazione bielorussa
Intellettuali e accademici, giornalisti e scienziati politici ucraini sostengono le manifestazioni a Minsk e la resistenza dei bielorussi a Lukashenko. Ieri una catena umana di 30 km nelle repubbliche baltiche. Nella capitale bielorussa 200mila persone hanno sfidato il divieto di manifestazione e hanno chiesto le dimissioni del presidente. Lukashenko si è fatto ritrarre con giubbetto antiproiettile e kalashnikov.
Kiev (AsiaNews) – La “vostra libertà” è unita alla “nostra”; la “vostra vittoria sarà la nostra vittoria”: così alcune personalità della società civile ucraina – in maggioranza intellettuali e accademici , fra cui Kostiantyn Sigov, collaboratore di AsiaNews – hanno espresso solidarietà verso le manifestazioni della popolazione bielorussa che chiedono nuove elezioni e da ieri anche l’esplicita cacciata del presidente Alexandr Lukashenko, al potere da 26 anni.
Ieri, a due settimane dalle elezioni sospettate di brogli, quasi 200mila persone sono scese in piazza a Minsk, chiedendo le dimissioni del dittatore. Le forze di polizia hanno avvertito che la manifestazione non era autorizzata e hanno bloccato molte stazioni del metro, costringendo i dimostranti a recarsi a piedi nella piazza dell’Indipendenza, il luogo del raduno.
Lukashenko ha rafforzato la sicurezza attorno al palazzo presidenziale e si è fatto ritrarre con in mano un kalashnikov e indossando un giubbetto antiproiettile, dicendo che avrebbe lottato fino alla morte per mantenere il potere.
Visitando il giorno prima la base militare di Grodno, al confine con Polonia e Lituania, Lukashenko ha denunciato potenze straniere che fomentano la rivoluzione in Bielorussia. Polonia e Lituania hanno respinto le accuse.
Quanto accade in queste settimane in Bielorussia, ricorda ciò che è accaduto in Ucraina nel febbraio 2014, quando una serie di manifestazioni di tutti gli strati sociali e sanguinosi scontri con le forze militari, costrinse dopo alcune settimane il presidente filo-russo Viktor Janukovyč.
Ieri, in segno di solidarietà verso i bielorussi, decine di migliaia di persone in Estonia, Lituania e Lettonia hanno formato una catena umana di 30 km, rinnovando la cosiddetta “Baltic Way”, che nel 1989 vide 2 milioni di persone legate l’una all’altra attraverso i tre Stati baltici che dopo diversi mesi dichiararono l’indipendenza dall’Unione sovietica.
Ecco l’appello della “società civile ucraina” in solidarietà con la Bielorussia:
“Care sorelle e fratelli bielorussi!
Seguiamo gli eventi nel vostro Pese con un misto di gioia e di apprensione.
Sentiamo gioia perché stiamo vedendo come la vostra grande nazione, nostri vicini e amici, si sta svegliando! Ma siamo preoccupati perché ascoltiamo notizie di sempre nuove vittime.
Anche noi ucraini siamo passata attraverso queste difficoltà e prove. E di sicuro esse non sono finite. Ma abbiamo scelto il nostro cammino. Tale cammino è lungo e difficile, ma non permetteremo che ci sfugga.
Non abbiamo alcuna intenzione di insegnarvi qualcosa, perché oggi non noi, ma voi state mostrando al mondo intero cosa significa levarsi per la libertà e la dignità.
Vogliamo solo esprimervi la nostra fraterna solidarietà. Noi siamo preoccupati per voi, siamo orgogliosi di voi, amiamo voi. Vi auguriamo la vittoria, perché la vostra vittoria sarà anche la nostra vittoria.
Per la nostra e la vostra libertà!
Viva la Bielorussia! Gloria all’Ucraina!
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18/08/2020 08:33