Inquinamento, Bankgok prova ad agire sulle polveri sottili
Abbassata a 37.5 microgrammi per metro cubo nelle 24 ore la soglia di allerta, si cerca di agire anche sui roghi stagionali legati al dissodamento dei terreni agricoli. Ma è un fenomeno che avviene anche oltre confine in Myanmar. Secondo alcune stime sarebbero 32mila i decessi annui dovuti alla pessima qualità dell'aria.
Bangkok (AsiaNews) - Le polveri sottili soffocano le maggiori città thailandesi e il governo cerca di correre ai ripari davanti a un fenomeno non nuovo e che soprattutto ha mostrato finora di essere inarrestabile, a partire dalla capitale Bangkok. Ed è un problema aggravato, sul piano dei rischi per la salute collettiva, dagli estesi roghi stagionali dovuti alle operazioni di dissodamento dei terreni agricoli che coinvolge ampie zone del Paese ma che riceve consistenti apporti da oltreconfine, soprattutto dal Myanmar..
Il ministero delle Risorse naturali e dell’ambiente thailandese sta predisponendo un piano per affrontare il consistente innalzamento delle polveri di dimensioni pari o inferiori ai 2,5 micron che si prevede andrà a crescere nelle prossime settimane con l’abbassamento delle temperature. Una serie di misure che mirano a ridurre fino al 50% le aree sottoposte a dissodamento nelle zone di competenza del demanio e nelle aree di conservazione naturale come anche sui suoli adibiti a produzioni agricole, ma anche ad abbattere fino al 40 per cento della media registrata negli ultimi anni il particolato dovuto alle emissioni industriali e degli autoveicoli, riducendo di un terzo il numero dei giorni in cui questo supera i limiti considerati tollerabili.
Dallo scorso giugno il Dipartimento per il Controllo dell’inquinamento all’interno del ministero ha abbassato a 37.5 microgrammi per metro cubo nelle 24 ore la soglia di allerta scommettendo su una presenza sempre maggiore di auto elettriche, su una informazione più precisa e diffusa che utilizza anche apposite app e sull’opera di persuasione del settore agricolo. Restano ovviamente inattaccabili, anche se entro certi limiti variabili, le condizioni atmosferiche che favoriscono l’accumulo di polveri sottili durante la transizione dalla stagione delle piogge a quella invernale e fino a primavera inoltrata.
Studi forniti da agenzie indipendenti hanno stimato per il 2019 32mila decessi dovuti al PM2,5, mentre Greenpeace ha indicato 29mila decessi imputabili alla stessa causa nel 2021 in un campione di meno della metà delle 76 province thailandesi. Nei primi quattro mesi di quest’anno quasi tre milioni di thailandesi hanno cercato assistenza medica per problemi riconducibili all’inquinamento atmosferico.
08/02/2024 12:38
21/02/2018 11:15
11/12/2019 08:48