Inizia il voto per gli iracheni all'estero
Primi a votare gli emigrati in Australia: "La mia scheda per la democrazia".
Le elezioni in Iraq saranno monitorate da 120 osservatori indipendenti provenienti da alcune ambasciate straniere, secondo quanto riferito dal capo della Commissione elettorale indipendente irachena.
In Australia si sono registrati per il voto 12 mila cittadini iracheni, solo il 15% degli 80 mila aventi diritto. I seggi elettorali si trovano a Sidney e in altre città dello stato meridionale di Victoria. Molti esiliati hanno deciso di non partecipare al voto per paura di possibili persecuzioni contro di loro e i parenti che risiedono in Iraq. Altri invece hanno compiuto viaggi molto lunghi, anche di migliaia di chilometri, per arrivare alle urne nelle sedi delle città australiane.
Tra i primi a votare a Sidney c'è Rebway Aziz, 38 anni, che vive in Australia da 10 anni: "Se si vuole la libertà bisogna combattere per essa. Io sto votando per la democrazia" afferma mentre mostra il suo dito sporco di inchiostro, il segno che ha depositato la sua scheda nell'urna. Un altro votante afferma che le elezioni sono un sogno che è diventato finalmente realtà.
Da oggi fino a domenica potranno votare gli iracheni espatriati negli Emirati Arabi Uniti, Giordania, Siria, Iran, Turchia, Usa, Gran Bretagna, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Olanda e Svezia.
Ieri i ribelli sunniti hanno invitato gli iracheni a boicottare le urne, mentre il presidente americano George Bush aveva sollecitato gli elettori a "sfidare i terroristi" con il loro voto. Il gruppo terroristico Ansara al-Sunna ha fatto sapere che "chi vota dovrà solo vergognarsi di se stesso".