Inizia con 1.000 arresti la presidenza Tokayev
L’Onu denuncia le violenze della polizia contro manifestanti, attivisti e giornalisti. Le elezioni del 9 giugno segnate da “ampie irregolarità”. Il nuovo presidente annuncia la creazione di uno “speciale consiglio nazionale” aperto, tra gli altri, anche ai giovani attivisti.
Nur-Sultan (AsiaNews/Agenzie) – Parte nelle proteste la nuova presidenza di Kassym-Jomart Tokayev, eletto alla guida del Kazakhstan il 9 giugno scorso. Circa 1.000 persone sono state arrestate nella prima settimana dopo le elezioni, suscitando la reazione dei gruppi che difendono i diritti umani sia a livello locale che internazionale. Tra questi, anche l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhro), che critica gli attacchi della polizia a manifestanti, attivisti e giornalisti.
Ryszard Komenda, capo per l’Asia centrale dell’Unhro, invita “le autorità del Kazakhstan a rispettare la libertà di assemblea pacifica e di espressione e il diritto alla partecipazione politica”. Anche il “Bureau for Human Rights and Rule of Law” e la “Human Rights Charter Foundation”, due Ong locali, denunciano le violazioni di massa di diritti e libertà civili, in particolare la libertà d’espressione e la libertà d’assemblea”. Anche l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) evidenzia che il voto è stato segnato da “ampie irregolarità”.
Intanto il 12 giugno è avvenuta la cerimonia d’insediamento del nuovo presidente Tokayev, 66 anni con un passato nella diplomazia internazionale. Egli ha prestato giuramento nel Palazzo dell’Indipendenza, poi si è inchinato per baciare la bandiera nazionale in segno di rispetto. Infine una parata militare ha sancito la fine delle celebrazioni.
La sua vittoria era scontata e attesa, dal momento che egli è il pupillo designato a succedergli dallo stesso Nursultan Nazarbayev, dimissionario a sorpresa dopo quasi 30 alla guida dell’ex Repubblica sovietica. La maggioranza “bulgara” con cui è stato decretato vincitore – quasi il 71% delle preferenze – è degna degli ex satrapi delle repubbliche dell’Asia centrale.
Le autorità di Nur-Sultan, nuovo nome della capitale Astana in onore proprio dell’ex presidente, riportano che 957 persone sono state rinviate a giudizio in cinque manifestazioni non autorizzate: di queste, 670 sono state condannate a scontare dai sei ai 15 giorni di prigione, 115 multate e 172 hanno ricevuto un avvertimento ufficiale a non prendere parte ad azioni illegali. Da parte sua, il nuovo presidente ha invitato al dialogo e annunciato la creazione di uno “speciale consiglio nazionale” aperto, tra gli altri, anche ai giovani attivisti.