Influenza aviaria: per la Cina "è impossibile" vaccinare 14 miliardi di polli
E' l'opinione degli esperti. Il 70% del pollame non è allevato al chiuso. Intanto scoppiano nuovi focolai infettivi, dal settentrionale Xinjiang al meridionale Yunnan.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Vaccinare contro l'influenza aviaria tutti i polli allevati in Cina "è impossibile". E' l'opinione degli esperti. Il governo ha annunciato il 15 novembre che vaccinerà tutto il pollame e all'inizio di questa settimana ha detto che ne "è stato già immunizzato" il 60%. Al momento ci sono 5,2 miliardi di polli negli allevamenti e in 1 anno ne vengono allevati 14 miliardi.
Gli esperti evidenziano problemi tecnici. Anzitutto, "quante persone occorrono - osserva Leon Russel, presidente dell'Associazione veterinaria mondiale - per realizzare il programma sull'immenso territorio. Infatti - prosegue - non è possibile dare il vaccino con il cibo, perché ha scarso effetto sugli uccelli e potrebbe contaminarne la carne e renderla pericolosa per il consumo". La televisione cinese ha mostrato lavoratori che irroravano di medicinale interi pollai, ma l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) dice che non le risultano casi in cui questo metodo sia stato efficace. Occorre, invece, inoculare il vaccino in ogni pollo.
Con l'uso di un iniettore automatico, "ogni persona - ritiene J.J. Giambrone, professore di Sanità avicola presso l'università di Auburn in Alabama - può vaccinarne anche 600 in 1 ora". Ma - aggiunge - anche se in Cina c'è molto lavoro a poco prezzo, "vaccinare a mano 14 miliardi di uccelli nei campi sembra impossibile". In secondo luogo, il 70% del pollame cinese è allevato in pollai di cortile, disseminati in tutto il territorio.
Anche in Vietnam il governo ha iniziato da settembre a vaccinare il pollame. Si tratta di circa 220 milioni di uccelli e le autorità annunciano che entro breve tempo avranno terminato in 58 delle 64 province. Hoang Dang Huyen, capo del Dipartimento per la Sanità animale nella provincia di Bac Giang, spiega che i veterinari si recano solo presso gli allevamenti di oltre 200 polli, mentre chi ne ha meno deve portarli presso centri indicati.
Un altro ostacolo sono i tempi e il costo per produrre il vaccino necessario. La Cina dichiara che può produrre 100 milioni di dosi di vaccino al giorno, ma Giambrone lo ritiene "quasi impossibile". Il vaccino viene fatto con uova non affette da germi specifici (Spf) - spiega - ma nel mondo non esistono abbastanza uova Spf per produrre tanto vaccino. Se, poi, la Cina utilizza uova covate in modo normale, possono "essere contaminate con batteri e virus", "con il rischio che contagino tutti i loro allevamenti".
L'uso di vaccini contraffatti è un problema diffuso in Cina. Du Qingling, ministro dell'Agricoltura, questo mese ha ammonito che "l'uso di vaccini contraffatti e di cattiva qualità causerà un disastro" e che solo l'utilizzo di vaccini certificati può immunizzare dal virus.
Viene osservato, infine, che nei focolai di contagio la Cina preferisce abbattere i polli a rischio, anziché vaccinarli. Finora, dice il governo, sono stati abbattuti oltre 21,1 milioni di polli. Cosa che fa ritenere che la vaccinazione sia ancora molto incompleta e di non facile applicazione. "Il miglior modo per fermare il contagio - concorda Russell - è distruggere gli allevamenti contagiati".
Intanto, nonostante la campagna di vaccinazione, esplodono quasi ogni giorno nuovi focolai. Oggi il ministero dell'Agricoltura ne ha dichiarati altri 3, nelle settentrionali regioni di Xinjiang e Ningxia e nella meridionale provincia di Yunnan. Abbattuto il pollame in un raggio di 3 km. dal contagio, oltre 8 mila volatili in Xinjiang, 99.400 in Yunnan e 66.800 in Ningxia. Chiusi i mercati di uccelli vivi a Guangzhou e ad Urumqi, mentre Shanghai si prevede lo faccia a giorni. Il governo municipale di Shanghai ha ordinato agli ospedali di indicare e controllare tutti i pazienti con febbre alta, a Pechino viene controllato chiunque abbia una temperatura maggiore di 37,5 gradi centigradi. (PB)
05/11/2020 14:16