Inflazione, grande rischio per le emergenti economie dell’Asia
Manila (AsiaNews/Agenzie) – E’ urgente che le emergenti economie dell’Asia contengano l’inflazione, che rischia di finire fuori controllo entro il 2008. Lo chiede oggi la Banca asiatica per lo sviluppo (Adb), che prevede che la crescita economica del Continente continuerà, ma meno rapida degli ultimi 5 anni.
L’Adb prevede che nell’Asia in via di sviluppo l’inflazione cresca del 5,1% nel 2008, record dopo il 6,1% della crisi finanziaria del 1998. Ma avverte che la situazione può essere molto peggiore perché spesso “i dati pubblicati non sono reali, a causa di sussidi, prezzi controllati e tagli dei dazi”, molto utilizzati da questi governi per attenuare per i cittadini gli aumenti di petrolio e alimenti. Ma questo rischia di assorbire importanti risorse finanziarie pubbliche e potrebbe causare “una forte salita dei costi fiscali e richiedere dolorosi aggiustamenti (o anche accelerare l’inflazione, o entrambi)”.
L’Adb suggerisce, invece, di privilegiare “un sostegno diretto dei redditi per i poveri, con obiettivi prestabiliti ed entro precisi limiti di budget, che potrebbe meglio alleviare la pressione e a un costo molto minore”.
Ifzaz Ali, economista capo dell’Adb, avverte che “se l’inflazione mette radici, potrebbe esserci una prolungata sosta del processo di crescita”. “Sarebbe molto pericoloso, da un punto di vista economico, sociale e politico. L’Asia si è concentrata sullo sviluppo e abbiamo dato per certa la stabilità dei prezzi”. I continui aumenti di alimenti e petrolio spingono invece i prezzi in alto.
Nella zona che comprende Cina, India, Corea del Sud e Asia centrale, l’Adb prevede una crescita del 7,6% nel 2008, inferiore all’8,7% del 2007 e la minore dal 7,1% del 2003.
In precedenza l’Adb aveva previsto una crescita dell’8,2% e il nuovo dato consegue al manifestarsi di problemi globali, specie per il settore creditizio, ai quali “l’emergente Asia non è immune, ma nemmeno ne è ostaggio”. Tuttavia anche per il 2009 si prevede una crescita di “solo” il 7,8% e a condizione che la crisi del settore creditizio non perduri, perché si ritiene che queste economie resteranno strettamente collegate con Stati Uniti, Europa e Giappone, 3 economie che si prevede rallentino nel 2008.
Per la Cina è prevista una crescita del 10% nel 2008 e del 9,8% nel 2009, dopo l’11,4% del 2007. L’India, tuttora meno collegata con l’economia globale, crescerà dell’8% nell’anno e dell’8,5% nel 2009, dopo l’8,7% del 2007.
Ieri la Banca mondiale ha fatto previsioni simili per l’Asia orientale, suggerendo a questi Paesi di rendere più flessibili le valute e operare un’attenta politica monetaria, per contenere l’inflazione.