Indonesia: provate mutazioni nel virus dell'influenza aviaria
E' successo nel contagio da uomo a uomo in una famiglia di Sumatra. Ma si esclude un pericolo immediato, in quanto favorito da una predisposizione genetica dell'unica famiglia colpita.
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) Accertata una mutazione del virus dell'influenza aviaria. Intanto sono confermati contagi da uccelli selvatici all'uomo.
Nel virus che a maggio ha ucciso sette membri della stessa famiglia nella Sumatra settentrionale "è stata trovata una mutazione dice Maria Cheng, portavoce dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ma non si tratta di una mutazione che lo rende più contagioso perché il contagio non risulta essersi esteso [oltre ai membri della famiglia]".
L'Oms ha accertato che il virus è stata trasmesso tra i consanguinei della stessa famiglia, ma ha anche verificato che la malattia non è stata trasmessa alle molte altre persone (oltre 50) venute a contatto con loro e messe in quarantena, nemmeno gli stessi loro coniugi, e ha concluso che il contagio è stato favorito da una speciale predisposizione genetica della famiglia. La mutazione del virus è stata riscontrata dai campioni presi dalle due ultime vittime, un giovane che ha contagiato il padre.
"Non abbiamo trovato altri contagi spiega Cheng per cui quel focolaio infettivo è terminato".
"Il virus dell'influenza commenta Malik Peiris, esperto di Hong Kong muta di continuo. Proprio per questo c'è la preoccupazione che nel lungo periodo possa diventare più contagioso".
Ieri l'Indonesia, che è da mesi il Paese più colpito dal virus H5N1, ha ricevuto un finanziamento di 68,5 miliardi di rupie (7,31 milioni di dollari Usa) dal governo australiano per un programma biennale contro il male.
L'Indonesia dice Aburizal Bakrie, capo del ministero per il Benessere sociale ha bisogno di 900 milioni di dollari nei prossimi tre anni per contenere il virus. "Il Governo ha stanziato [soltanto] 50 milioni del bilancio statale per ciascuno dei prossimi tre anni" e vuole organizzare a Jakarta un incontro dei donatori per raccogliere altri fondi.
Intanto dall'Azerbaigian arriva la conferma che quattro persone sono morte dopo avere ricevuto il virus da cigni selvatici. E' il primo caso ufficiale di contagio da uccelli selvaggi all'uomo. I quattro, nel distretto di Salyan 90 miglia a nord est di Baku, all'inizio del 2006 hanno utilizzato le piume dei cigni morti per i loro cuscini. Altre tre persone sono state contagiate ma sono sopravvissute. Tutti hanno tra 10 e 20 anni, sei dei sette sono membri della stessa famiglia.
"Questo è solo il primo caso accertato di contagio da uccello selvatico a uomo commenta Andreas Gilsdorf, epidemiologo del Robert Koch Institute di Berlino, che ha guidato la ricerca ma c'è stato un contatto molto intenso".
Quasi tutti gli altri contagi umani risultano derivati da contatti con pollame allevato. (PB)