Indonesia, si prepara l'esecuzione dei tre cattolici
Fonti ufficiali annunciano che il plotone si sta addestrando, ma non forniscono dettagli sul giorno e il luogo dell'esecuzione.
Jakarta (AsiaNews) - Si prepara l'esecuzione dei tre cattolici indonesiani condannati alla pena di morte in relazione agli scontri interreligiosi di Poso - Sulawesi centrali - del 2000. Le rivelazioni dei tre detenuti circa l'implicazione di 16 persone, tra cui funzionari e forze di sicurezza governativi, in quei violenti episodi non hanno avuto seguito giudiziario. Molte organizzazioni per i diritti umani e gruppi interreligiosi hanno chiesto che si facesse luce sui reali responsabili degli scontri di Poso, per cui invece stanno pagando solo i tre cattolici.
Ieri l'Ufficio del procuratore generale (Ago) ha emesso un comunicato secondo il quale l'Ago delle Sulawesi centrali ha iniziato le preparazioni per portare a termine l'esecuzione di Fabianus Tibo, 60 anni, Dominggus da Silva, 42 e Marinus Riwu, 48 anni. "Le preparazioni sono di carattere logistico - ha specificato Prasetyo, vice procuratore generale per i crimini generici a Jakarta - una delle cose ancora da fare è stabilire il luogo dell'esecuzione". Egli ha però rifiutato di dare ulteriori dettagli.
Prasetyo ha spiegato che i tiratori della brigata mobile della polizia, dottori, membri dell'Ago locale e funzionari della prigione di Poso si stanno preparando "in modo serio". "Abbiamo preso molte decisioni ha concluso ma non il giorno dell'esecuzione".
Riguardo alle richieste di Ong e leader religiosi perché fosse riaperto il caso dopo le rivelazioni di Tibo e compagni, il vice procuratore generale ha detto: "Il caso non può essere rivisto, i tre hanno usufruito di tutti i diritti legali di cui disponevano".
Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwu sono stati condannati a morte nel 2002. Lo scorso novembre il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono aveva respinto la loro richiesta di grazia; subito dopo l'Ago ha annunciato che i tre sarebbero stati giustiziati "presto". Da allora esponenti della Chiesa locale e attivisti per i diritti umani chiedono l'annullamento di una sentenza ritenuta "iniqua" anche a causa delle pressioni esercitate dai fondamentalisti islamici sulla corte.
Nella foto Fabianus Tibo