Indonesia, la poligamia torna legale: basta pagare una piccola multa
Jakarta (AsiaNews) - Le autorità del distretto di East Lombok, provincia di West Nusa Tenggara (Ntb), hanno approvato una legge che consente la poligamia, dietro pagamento di una somma di denaro (un milione di rupie, poco più di 80 dollari) al dipartimento locale del tesoro. Una norma che ha suscitato controversie e animato un profondo dibattito in seno all'opinione pubblica indonesiana; difatti, sebbene ammessa e morale per l'islam - che consente fino a quattro mogli - la poligamia nella moderna società "non è considerata prassi comune". E la grande maggioranza dei cittadini prende in sposa, anche fra i musulmani stessi, una sola moglie.
Negli anni del regime di Suharto (1967-1998) la poligamia era proibita e punita con pene severe; lo stesso presidente aveva una sola moglie, Madame Tien Suharto, alla quale è rimasto fedele per tutta la vita. Ed è stata proprio la donna a influenzarlo in tema di morale e di costumi familiari, promuovendo con forza il modello monogamico. La norma era applicata con tale rigore che persino i dipendenti pubblici, all'epoca, non potevano praticare la poligamia, pena il licenziamento.
Un cambio radicale è avvenuto in questi dieci anni, sotto la presidenza di Susilo Bambang Yudhoyono, il quale pur mantenendo un vincolo solido con la moglie, non ha saputo fermare - forse a causa della propria debolezza - un ritorno alla poligamia nel Paese. In particolare proprio nel settore del pubblico impiego. Persino fra gli stessi ministri del suo governo, provenienti da partiti filo-islamici, vi sono esempi di poligamia senza che il capo di Stato abbia fatto nulla per arginare la pratica.
Tuttavia, quanto è accaduto a East Lombok ha degli aspetti e delle peculiarità che lo "differenziano" da quanto avviene oggi nella prassi comune. Difatti, la poligamia non viene solo "approvata da un punto di vista morale e legale", ma viene introdotta anche dietro compenso. Un milione di rupie per poter sposare più di una donna e, al contempo, rimpinguare le casse del distretto secondo quanto prevede la legge 26/2014, promulgata dal capo distretto Dahlan bin Ali (nella foto).
Per le autorità locali la poligamia dietro compenso intende combattere la pratica della corruttela e delle tangenti, che i pubblici ufficiali si intascavano nel momento in cui venivano a conoscenza di famiglie con più mogli; invece di denunciare, chiudevano un occhio intascando, nel frattempo, una mazzetta.
In tema di poligamia, la legge nazionale (n° 10/1983) prevede l'autorizzazione della prima moglie e una lettera scritta che certifica la capacità di soddisfarne il sostentamento (anche "notturno"), per poter sposare altre donne. E fra le altre cause, vi è anche l'incapacità o inabilità della prima moglie di rispondere ai suoi compiti di moglie e di madre. Cause del tutto eccezionali, dunque, ben diverse da quanto previsto dalle autorità del distretto di East Lombok.
A Jakarta hanno già sollevato dubbi di legittimità e costituzionalità, perché una norma locale non può prevaricare la legge nazionale. E anche il pagamento di una somma di denaro, fanno notare dal ministero degli Interni, è privo di senso se - come in questo caso - la somma è risibile. Dovrebbero far pagare, osserva Widodo Sigit Pudjianto, esperto di diritto agli Interni, "almeno un miliardo di rupie".