India: arrestati i manifestanti contro la multinazionale dell’acciaio. La condanna della Chiesa
Arrestati 18 dalit e adivasi, oltre a a 200 dirigenti e operai della zona. Protestavano contro l’esproprio delle terre e la deforestazione, che saranno le conseguenze del progetto multimiliardario della coreana Posco. L’impianto dovrebbe produrre 12 milioni di tonnellate d’acciaio ogni anno.
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Il Consiglio nazionale delle Chiese indiane (Ncci) condanna con forza l’attacco della polizia contro i manifestanti, che la scorsa settimana protestavano contro la coreana Posco, multinazionale dell’acciaio, e il suo progetto multimiliardario in Orissa. Secondo gli abitanti del distretto di Jagatsinghpur, dove dovrebbe sorgere un impianto da 12miliardi di dollari, il piano prevede lo sgombero forzato di migliaia di persone, oltre alla distruzione di un intero ecosistema. Nel corso delle proteste la polizia ha arrestato 18 abitanti, per lo più dalit e adivasi. Anche 200 dirigenti e operai della zona sono stati arrestati mentre cercavano di entrare nel segretariato del governo dell’Orissa per chiedere il trasferimento del progetto.
“Negli ultimi giorni, più di mille agenti di polizia sono stati dispiegati nella zona per creare un clima di intimidazione e paura tra le comunità, per spingerli a rinunciare ai loro diritti fondamentali di accesso alle terre e alle foreste”, ha dichiarato l’Ncci. Il comunicato prosegue: “Mettiamo in discussione la correttezza e la ragionevolezza di tali strategie, dal momento che due denunce presentate all’Alta corte dell’Orissa sono ancora pendenti. Con che coraggio il governo va avanti con il progetto, quando tre comitati ufficiali hanno dichiarato illegale l’appropriazione della terra, riscontrando una violazione della Forest Rights Act?”.
L’accordo multimiliardario della Posco con il governo dell’Orissa è il più grande investimento estero in India. Firmato nel 2005, il piano prevede l’acquisizione di 4.004 acri di terra vicino alla città portuale di Paradip, circa 120 chilometri da Bhubaneswar. Di questi, 2.900 sono coperti da foreste. L’impianto dovrebbe produrre 12 milioni di tonnellate di acciaio ogni anno. Il progetto è stato ritardato per più di cinque anni, per mancanza delle necessarie autorizzazioni ambientali e per le proteste dei proprietari terrieri.
“Negli ultimi giorni, più di mille agenti di polizia sono stati dispiegati nella zona per creare un clima di intimidazione e paura tra le comunità, per spingerli a rinunciare ai loro diritti fondamentali di accesso alle terre e alle foreste”, ha dichiarato l’Ncci. Il comunicato prosegue: “Mettiamo in discussione la correttezza e la ragionevolezza di tali strategie, dal momento che due denunce presentate all’Alta corte dell’Orissa sono ancora pendenti. Con che coraggio il governo va avanti con il progetto, quando tre comitati ufficiali hanno dichiarato illegale l’appropriazione della terra, riscontrando una violazione della Forest Rights Act?”.
L’accordo multimiliardario della Posco con il governo dell’Orissa è il più grande investimento estero in India. Firmato nel 2005, il piano prevede l’acquisizione di 4.004 acri di terra vicino alla città portuale di Paradip, circa 120 chilometri da Bhubaneswar. Di questi, 2.900 sono coperti da foreste. L’impianto dovrebbe produrre 12 milioni di tonnellate di acciaio ogni anno. Il progetto è stato ritardato per più di cinque anni, per mancanza delle necessarie autorizzazioni ambientali e per le proteste dei proprietari terrieri.
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