23/02/2017, 14.49
INDIA
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India, suore francescane promuovono il dialogo interreligioso: È un’esperienza di liberazione

di Santosh Digal

Nel 1986 le Francescane missionarie di Maria hanno creato gruppi per il dialogo interreligioso. La loro opera si sviluppa in Tamil Nadu, Andhra Pradesh e in altre aree dell’India. Hanno creato una rete di collaborazione con altre organizzazioni che sostengono relazioni amichevoli tra le comunità religiose. Grazie alla comprensione reciproca, disinnescati conflitti tra cristiani e musulmani.

Chennai (AsiaNews) – Promuovono il dialogo interreligioso in India perché è “un’esperienza di liberazione”. Lo dice ad AsiaNews suor Mary John Kattikatta, membro delle Francescane missionarie di Maria (Fmm), parlando della sua missione in India. Insieme ad un gruppo di consorelle, dal 1986 suor Mary John si occupa di diffondere il dialogo e la conoscenza tra le varie comunità religiose in Tamil Nadu, Andhra Pradesh e in altre aree. La suora afferma che questo impegno “ci ha aiutato a verificare che tutta la popolazione del Paese, a prescindere dalla religione che professa, è figlia dello stesso Dio”.

Una delle attività con cui promuovono il dialogo sono i circoli di studio delle fedi, dove si riuniscono appartenenti a comunità diverse. Una volta a settimana indù, musulmani e cristiani pregano, studiano e riflettono insieme sui libri sacri delle rispettive religioni. Suor Mary John riferisce che “questi studi ci hanno permesso di allargare i nostri orizzonti mentali e accettare il buono e il bello presenti nelle altre confessioni”.

Nel corso degli anni le suore hanno creato una rete con gruppi simili che sostengono il dialogo interreligioso e l’approccio interculturale: essi sono l’Aleyam, la Madras Association of Inter-Cultural Philosophy, la Gandhi Peace Foundation e l’Inter-faith movement for human solidarity. “Grazie a queste attività con persone di altre fedi – afferma – abbiamo costruito relazioni amorevoli. Dialogare su ogni aspetto serve a vivere in maniera armoniosa in ogni contesto”.

Tra le componenti del proprio lavoro, le suore visitano famiglie indù e musulmane. Si tratta di “un’esperienza gratificante, perché all’inizio la gente ci guardava in modo sospettoso. Quando essi si sono convinti che le nostre visite avevano come obiettivo il creare relazioni sane, il loro atteggiamento di indifferenza e indignazione è cambiato. Ora sono nostri amici e partner nei dialoghi”.

Un risultato tangibile dell’opera sociale delle suore è come essa sia riuscita a disinnescare gravi attriti tra cristiani e musulmani. Suor Mary John ricorda un episodio in particolare: “Qualche anno fa alcuni fanatici cristiani hanno distribuito volantini religiosi all’esterno di una moschea, mentre i fedeli islamici uscivano dopo la preghiera. Offesi nel loro sentimento religioso e temendo fosse un tentativo di convertirli al cristianesimo, i musulmani hanno reagito malmenando il pastore. Ma poi la loro violenza è stata sedata grazie all’intervento di un musulmano molto rispettato nella comunità, che è membro dei nostri gruppi di dialogo. Il conflitto si è risolto perché egli ha saputo riconoscere e apprezzare i nostri sforzi nel costruire l’armonia in quell’area”.

“Il nostro unico scopo – conclude suor Mary – è comunicare il messaggio di amore di Dio. Siamo qui per rafforzare un atteggiamento di inclusione e per entrare in comunione con tutti, mantenendo sempre la nostra identità di cristiani”. 

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