India, in pellegrinaggio sui luoghi delle grandi religioni per “comprendere la fede”
Un gruppo composto da sette persone di fede diversa è arrivato dall’Australia. Le tappe già percorse sono Delhi e Varanasi, luoghi simbolo per le religioni islamica e indù. Nei prossimi giorni il gruppo visiterà Bodh Gaya (culla del buddismo) e Calcutta, importante per i cristiani grazie alle opere di Madre Teresa. “Le persone si chiudono in loro stesse, anche a causa degli episodi di intolleranza. Ma la fede significa aprirsi all’altro. Se ti rinchiudi in te stesso, non comprendi nemmeno il tuo credo”.
Mumbai (AsiaNews) – Nel pellegrinaggio alle quattro città simbolo delle grandi religioni in India, “il nostro obiettivo è apprezzare le qualità sacre di queste religioni e ricercare delle somiglianze tra di esse, in modo da poter vivere ognuno con la propria fede e allo stesso tempo comprendere quella degli altri”. Lo dice ad AsiaNews il rev. John Dupuche, presidente della Commissione cattolica interreligiosa dell’arcidiocesi di Melbourne, che in questi giorni è in India e sta guidando un pellegrinaggio interreligioso tra le città di Delhi, Varanasi, Bodh Gaya e Calcutta. Lo scopo del pellegrinaggio è “rinvigorire il dialogo tra le fedi”.
Il gruppo di pellegrini australiani è composto da sette esponenti di primo piano, tutti con fede diversa e desiderosi di “mettere alla prova la propria fede con quella degli altri”. Il reverendo afferma che il viaggio è connesso con le celebrazioni del Giubileo della Misericordia. “Questo Giubileo – dice – ci spinge a trovare ciò che di vero e santo vi è nelle altre religioni, e in quel processo comprendere meglio la fede dell’altro. Durante gli incontri visiteremo i luoghi sacri dei vari culti. In questo modo affronteremo le ‘ombre’ della nostra tradizione e riconosceremo la verità nelle altre”.
I pellegrini australiani hanno fatto già tappa a Delhi, importante per la religione islamica, dove hanno incontrato diversi leader musulmani promotori del dialogo tra le fedi. In questi giorni si trovano a Varanasi, città simbolo per l’induismo. Il rev. Dupuche, che insegna all’MCD University of Divinity di Melbourne ed è membro onorario dell’Università cattolica australiana, continua: “Il gruppo è molto contento perché stiamo partecipando a discussioni sui principali testi delle tradizioni religiose. Sollevare domande sulle scritture è un’esperienza che arricchisce. Questo è un viaggio spirituale. Accettare la nostra diversità ci aiuta a comprendere la profondità di ognuno, a percepire la profondità di Dio”.
A Varanasi i pellegrini hanno incontrato Rakesh Pandey, noto insegnante di yoga, e hanno cenato insieme alla dott.ssa Bettina Sharada Bäumer, una illustre studiosa di testi indù. Il viaggio proseguirà a Bodh Gaya e poi a Calcutta, dove celebreranno una messa sulla tomba di Madre Teresa e visiteranno il Khalighat, l’ospizio per i moribondi. Sempre a Calcutta, il gruppo "avrà un incontro significativo con la comunità L'Arche, fondata da Jean Vanier, dove vivono insieme persone con varie forme di disabilità. Questo è lo slancio del Vangelo cristiano".
“Questa grande varietà di esperienze religiose – afferma – ci fa sperimentare la bellezza delle differenze in India e ci rivela che l’India è una terra di grande ricchezza”.
Infine riguardo la contraddizione che emerge dagli episodi di intolleranza e le minacce alla libertà religiosa nel Paese, il reverendo dichiara: “Tutto questo mostra la necessità del dialogo interreligioso, perché con estrema facilità le persone si rinchiudono in loro stesse e vedono l’altro come nemico. Invece devono guardare l’altro come un amico, come un modo per capire meglio la loro fede”. “È vero – ammette – le persone sono preoccupate. Ma la fede è sempre aperta alle altre persone. Coloro che si chiudono all’altro, non comprendono neanche il proprio credo”.
29/02/2016 15:47