India, i cristiani chiedono protezione al governo durante la Settimana santa
Nelle ultime settimane un’escalation di violenze da parte dei radicali indù. Chiese danneggiate, pastori picchiati e arrestati, fedeli malmenati. Presidente del Council of Indian Christians: “Sembra che pregare in India sia divenuto un reato. I cristiani non sono cittadini come gli altri”.
New Delhi (AsiaNews) – Visti i recenti attacchi alla comunità cristiana, è urgente garantire la sicurezza dei fedeli durante le celebrazioni della Settimana santa. È il grido d’aiuto rivolto alla Commissione nazionale per i diritti umani (Nhcr) da Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic). La violenza religiosa nel Paese, infatti, non accenna a fermarsi, con i radicali indù che si sono resi protagonisti di nuovi attacchi negli ultimi giorni. Lo scorso 6 febbraio, circa 15 uomini hanno assalito la chiesa pentecostale del villaggio di Kachna, nello Stato del Chhattisgarh, interrompendo la funzione, malmenando i circa 65 fedeli presenti, comprese le donne, e devastando oggetti sacri.
Solo una settimana più tardi, 12 marzo, un altro episodio di violenza è accaduto nel Tamil Nadu, Stato del sud-est. Gruppi indù hanno violato la proprietà della Church of South India (Csi, anglicana) a Kalapatti, danneggiando l’interno della chiesa e il suo portone, rompendo l’altare e i paramenti sacri. Il luogo di culto si trova lì dal 1948 ed era stato di recente ristrutturato ed espanso con il permesso della corte di Madras. La polizia ha arrestato cinque persone e aperto un fascicolo d’indagine.
Il giorno prima dell’attacco, l’11 marzo, un pastore pentecostale è stato arrestato insieme alla moglie nello Stato meridionale di Karnakata, dopo essere stato picchiato da un gruppo di estremisti della destra indù, forse appartenenti al Bajrang Dal, ala giovanile militante del Vishwa Hindu Parishad (Vhp, ultranazionalisti indù). Il pastore, Keshava K, era in viaggio per andare a pregare per un non credente: arrivato a destinazione è stato preso in un’imboscata e malmenato.
Secondo Sajan George, queste continue violenze “sono violazioni delle garanzie costituzionali. Questi gruppi della destra indù picchiano cittadini innocenti, appartenenti alla minoranza cristiana. Nell’assalto di Karnata, persino una donna è stata arrestata senza alcun motivo. È quindi un crimine pregare in India? Oppure i cristiani non sono cittadini come gli altri? Queste sono violazioni dei diritti umani!”.
La Costituzione, continua il presidente del Gcic, “assicura la libertà di culto, ma nell’ultimo mese abbiamo assistito a troppi episodi di violenza religiosa. Qualche giorno fa, l’India ha negato il visto ad un membro della Commissione statunitense per la liberà religiosa che voleva discutere del ‘deteriorarsi’ delle condizioni nel Paese”.
04/09/2019 11:22