08/01/2015, 00.00
INDIA
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India, arrestato un cristiano "per ragioni di sicurezza". Anche se non ha commesso reati

di Nirmala Carvalho
In Uttar Pradesh gruppi radicali indù hanno denunciato un uomo, accusandolo di praticare conversioni forzate. Pur non essendoci prove dell'uso della forza, la polizia lo ha posto in stato di detenzione preventiva per 14 giorni.

Mumbai (AsiaNews) - Arrestato dalla polizia "per ragioni di ordine pubblico", anche se non aveva commesso alcun reato. È accaduto il 2 gennaio scorso al cristiano Arvind D'Souza nel distretto di Amethi, in Uttar Pradesh. Ancora oggi l'uomo si trova in prigione, in stato di detenzione preventiva, come conferma ad AsiaNews il Global Council of Indian Christians (Gcic).

A scatenare il caso è stato un gruppo di radicali indù del villaggio di Maulvikhurd, che hanno denunciato D'Souza alla polizia per "diffusione del cristianesimo" e "conversioni forzate di donne e bambini mediante il dono di Bibbie".

La polizia della zona, come conferma il sovrintendente di polizia ad Amethi Hira Lal, "non ha trovato prove che D'Souza abbia usato la forza nel convertire qualcuno. Tuttavia, dato che il fatto avrebbe potuto causare problemi di ordine pubblico, lo hanno fermato in base all'art. 151 del Codice di procedura penale e posto in detenzione preventiva per 14 giorni".

Secondo Sajan George, presidente del Gcic, "questa è una grave violazione dei diritti umani, un trend che sta diffondendosi sempre di più in India. In Madhya Pradesh delle famiglie, inclusi bambini piccoli, sono state arrestate per conversioni forzate in base alla legge anti-conversione dello Stato, uno strumento politico disegnato per terrorizzare e perseguitare la minoranza cristiana".

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