16/06/2014, 00.00
INDIA
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India, Facebook "pericoloso": Arresti e denunce per chi critica Narendra Modi

In Karnataka, Kerala e Goa la polizia ha fermato o denunciato diversi studenti universitari, "colpevoli" di aver ironizzato o espresso dissenso verso il nuovo Primo ministro su social network o riviste. Un dottorando in scienze politiche: "Criticare la politica dell'India, il suo passato o i suoi politici, non vuol dire essere anti-nazionalisti".

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - I social media in India sono diventati un luogo pericoloso per chi esprime dissenso o irriverenza, soprattutto se al centro di queste critiche vi è il Primo ministro Narendra Modi. Le autorità di Goa, Karnataka e Kerala hanno mostrato una certa prontezza nell'arrestare, vessare o terrorizzare chiunque sia stato anche solo lievemente critico su Modi.

Negli ultimi quattro giorni, la polizia del Kerala ha aperto due casi separati contro 18 studenti e professori universitari, per aver "diffamato" Modi nelle rispettive riviste del campus.

Il primo risale al 12 giugno scorso. A Kunnamkulam gli agenti hanno arrestato cinque studenti e un redattore del Politecnico statale, per aver inserito il Premier nella "hall of shame" della rivista Litsokniga, in compagnia di Adolf Hitler, Osama bin Laden e altri.

Il giorno seguente a Guruvayur 11 studenti che lavorano alla rivista Name del Sree Krishna College sono stati denunciati per aver inserito un gioco di parole offensivo su Modi in un cruciverba. I ragazzi sono stati arrestati in base alla sez. 153 del Codice penale indiano ("provocare in modo arbitrario con l'intento di provocare rivolte"), e liberati su cauzione in un secondo momento.

A maggio - quando Modi non aveva ancora prestato giuramento come Primo ministro dell'India - l'ingegnere navale Devu Chodankar è stato incriminato per aver postato su Facebook alcuni commenti anti-Modi. Pur avendoli cancellati, un tribunale ha ordinato l'arresto e respinto la richiesta di uscita anticipata su cauzione, dopo che la polizia cibernetica ha sostenuto che i suoi post erano "parte di uno schema più grande per promuovere disarmonia sociale e tensioni interreligiose".

Aqsa Agha, dottorando in storia alla Jawaharlal Nehru University (Jnu) di New Delhi, afferma al Times of India: "La vera sfida per il Primo ministro, che sta mostrando tutti i segni di essere un uomo di Stato, è come addomesticherà le forze fondamentaliste. Inoltre, è giunto il momento che tutti comprendano che criticare la politica dell'India, il suo passato o i suoi politici, non vuol dire essere anti-nazionalisti".

Aftab Alam, docente di scienze politiche all'Aligarh Muslim University (Amu), aggiunge: "Questo è ciò di cui avevano paura le persone laiche riguardo al governo Modi. Non dovremmo permettere che la paura cresca".

 

 

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